La pioggia sferzava Firenze come se il cielo volesse lavare via ogni traccia di bellezza. Marta, stretta nel suo cappotto leggero, guardava impotente il semaforo rosso che si ripeteva all’infinito. Doveva assolutamente arrivare all’ospedale Santa Maria Nuova, sua nonna, la sua roccia, era appena stata ricoverata d’urgenza per un malore. Aveva provato a prendere l’autobus, ma il traffico, esacerbato dal temporale, lo aveva bloccato a chilometri di distanza. Il telefono, ovviamente, sembrava aver deciso di non funzionare, mostrando solo una schermata nera e silenziosa. Ogni minuto le sembrava un’eternità, un macigno sul petto. La nonna era sola, in un letto d’ospedale, e lei era lì, paralizzata dalla frustrazione.
Ormai le lacrime si confondevano con l’acqua che le colava sul viso. Si sentiva tremendamente stupida per non aver preso la patente da anni, per aver sempre pensato che a Firenze si potesse andare ovunque a piedi o con i mezzi pubblici. Adesso quel rimpianto le sembrava una condanna. Nemmeno i suoi amici riuscivano a raggiungerla, tutti impegnati o lontani. Disperata, si ricordò di un volantino appeso al bar all’angolo, uno di quei servizi che promettevano soccorso a ogni ora: Radio Taxi 24 Firenze. Con le dita tremanti digitò il numero, pregando che qualcuno rispondesse.
“Radio Taxi 24, buonasera, come posso aiutarla?” La voce gentile dall’altra parte del telefono fu come un raggio di sole nella tempesta. Marta, con la voce rotta dal pianto, spiegò la situazione, la sua posizione e l’urgenza di raggiungere l’ospedale. L’operatore le assicurò che un taxi sarebbe arrivato nel minor tempo possibile, nonostante le condizioni meteorologiche avverse. Le chiese di ripetere l’indirizzo dell’ospedale, rassicurandola che lo avrebbero comunicato al tassista. Marta si sentì improvvisamente meno sola, una piccola speranza si era riaccesa nel suo cuore.
Dieci lunghissimi minuti dopo, una luce gialla fendette la pioggia e un taxi si fermò davanti a lei. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le aprì la portiera. “Ospedale Santa Maria Nuova, giusto?” chiese, senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Marta annuì, salendo velocemente e indicando all’autista l’indirizzo preciso. Il viaggio fu rapido e sicuro, l’autista conosceva ogni scorciatoia, ogni via alternativa per evitare il traffico più intenso. Parlò con tono calmo, offrendole un fazzoletto e cercando di distrarla dai suoi pensieri.
Arrivata all’ospedale, Marta corse al reparto di terapia intensiva, dove la nonna era stata ricoverata. Fortunatamente, le sue condizioni erano stabili. Stringendole la mano, le promise che non l’avrebbe più lasciata da sola. Mentre si sedeva accanto al letto, ripensò all’intervento del Radio Taxi 24. Senza quella chiamata, senza quell’autista efficiente e premuroso, non ce l’avrebbe mai fatta ad arrivare in tempo. Si sentì grata, profondamente grata, per un servizio che aveva dimostrato di essere molto più di un semplice trasporto, ma un vero e proprio salvagente in una notte di tempesta.

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