Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Elena si morse il labbro inferiore, fissando l’orologio. Le 23:47. A Milano, a quell’ora, la metropolitana era ferma e lei si trovava bloccata in un piccolo teatro periferico dopo l’ultima replica di uno spettacolo amatoriale in cui aveva recitato una piccola, ma per lei importantissima, parte. La nebbia, densa e umida, avvolgeva la città, rendendo ancora più inquietante l’idea di dover tornare a casa, in zona Navigli, a piedi. Peggio ancora, aveva promesso a Marco, il ragazzo che le piaceva da mesi, di incontrarlo a mezzanotte al Blue Note, un locale che adorava, per ascoltare il suo gruppo jazz preferito. Un’occasione che aveva aspettato con ansia e che rischiava di svanire in una nube di nebbia e rimpianti.

Si sentiva persa, frustrata. Aveva calcolato male i tempi. Il regista, un tipo meticoloso, aveva insistito per un debriefing post-spettacolo che si era protratto ben oltre il previsto. Ora si ritrovava sola, in una zona poco illuminata, con la nebbia che le mordeva il viso e la consapevolezza di aver quasi sicuramente perso la sua opportunità con Marco. Digrignò i denti. Era una disastro, sempre in ritardo, sempre a un passo dal combinare guai. Si tolse i tacchi, stringendoli in mano come un’arma di difesa, pronta ad affrontare la lunga camminata, quando le balenò un’idea.

Si ricordò di un volantino che aveva preso qualche giorno prima alla stazione: “Radio Taxi 24 – Milano: Il tuo taxi, giorno e notte, ovunque tu sia!”. Prese il cellulare, le dita tremanti per la paura e l’adrenalina. Digitò il numero, sperando in un miracolo. La voce dall’altro capo era tranquilla e professionale. Elena spiegò frettolosamente la sua situazione, la zona isolata, l’appuntamento imminente. La centralinista le promise un taxi entro dieci minuti.

L’attesa le sembrò un’eternità, ma effettivamente, come promesso, un taxi giallo spuntò dalla nebbia. Il tassista, un signore sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, la accolse con un cenno del capo. Elena gli fornì l’indirizzo del Blue Note. Il tassista, con una guida esperta e veloce, sfrecciò tra le vie di Milano nonostante la fitta nebbia. Arrivarono al locale alle 00:12. Elena, tirando un sospiro di sollievo, pagò la corsa e si precipitò dentro, trovando fortunatamente Marco ad aspettarla al bancone, sorridente. Quella sera, mentre ascoltava la musica, Elena pensò che forse, a volte, un servizio efficiente e affidabile poteva fare la differenza tra un disastro e un appuntamento magico. E che la nebbia milanese, dopotutto, nascondeva anche delle piacevoli sorprese.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *