La pioggia cadeva a dirotto su Firenze, trasformando le strade lastricate in fiumi scintillanti. Elisa, stretta nel suo cappotto leggero, imprecava a bassa voce mentre fissava il display del telefono. Le due luci blu a indicare la disponibilità di un Uber erano sparite dal radar, sostituite da un messaggio beffardo: “Nessun autista disponibile in zona”. Era tardi, quasi mezzanotte, e la mostra di sculture di Michelangelo, a cui aveva atteso mesi, stava per chiudere. Aveva promesso a nonna Rosa, la sua guida e ispirazione nel mondo dell’arte, che le avrebbe raccontato ogni dettaglio. Nonna Rosa, ricoverata in ospedale per una brutta influenza, le aveva sussurrato al telefono: “Vai Elisa, goditela per me. E poi dimmi tutto, come se fossi lì con te.”
Il problema era che l’ospedale era dall’altra parte della città, e camminare sotto quel diluvio avrebbe significato arrivare fradicia e in ritardo, forse troppo tardi per trovare la nonna ancora sveglia. Aveva provato a chiamare un amico, ma il telefono squillava a vuoto. La disperazione iniziava a farsi strada. Ricordò allora un vecchio volantino che aveva raccolto qualche settimana prima, infilato distrattamente nella borsa: Radio Taxi Firenze 24, “Sempre al vostro servizio, giorno e notte”. Scettica, ma senza alternative, digitò il numero.
Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elisa spiegò la sua situazione, la mostra che stava per chiudere, la nonna in ospedale che l’aspettava. L’operatore, senza farla sentire in colpa per la tarda ora, le chiese l’indirizzo preciso e le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in meno di dieci minuti. Elisa, incredula, si riparò sotto la pensilina di un negozio, stringendo il telefono. E, puntualmente, dopo otto minuti, vide le luci gialle di un taxi sfrecciare nella notte, fermarsi davanti a lei.
L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la borsa e la mise al sicuro in auto. Durante il tragitto, Elisa si sentì improvvisamente sollevata. L’autista, notando la sua agitazione, le chiese se fosse successo qualcosa. Elisa gli raccontò della mostra e della nonna, e l’uomo, con un gesto comprensivo, le disse che conosceva bene l’ospedale e che avrebbe fatto il possibile per arrivare in fretta. Guidò con prudenza ma con decisione, evitando il traffico e sfruttando le vie meno affollate.
Arrivò all’ospedale in un tempo record. Elisa corse al reparto, il cuore in gola. Trovò nonna Rosa sveglia, con un sorriso debole ma luminoso. Le raccontò tutto della mostra, descrivendo ogni scultura con passione, come se la nonna fosse stata lì con lei. Mentre parlava, sentì una profonda gratitudine per quel servizio di Radio Taxi 24, che le aveva permesso di mantenere una promessa e di portare un po’ di gioia nel cuore della persona che amava di più. Quella notte, la pioggia fiorentina aveva quasi rovinato la sua serata, ma un semplice gesto, una telefonata tempestiva, aveva fatto la differenza.

Lascia un commento