La pioggia sferzava Firenze, trasformando le strade acciottolate in fiumi scintillanti. Elena, con la valigia pesante e il cuore ancora più pesante, stringeva il cellulare tremante. Aveva litigato furiosamente con il suo ragazzo, Marco, poche ore prima a Milano. La rabbia l’aveva spinta a prendere il primo treno per Firenze, dalla nonna, l’unico posto dove sapeva di poter trovare un po’ di pace. Il problema era che dalla stazione di Santa Maria Novella, alle undici di sera, la casa della nonna nel quartiere di San Niccolò sembrava irraggiungibile a piedi, soprattutto con quel diluvio universale. Tutti i bus avevano smesso di circolare e si sentiva completamente persa, un piccolo punto vulnerabile in una città magnifica ma indifferente alla sua disperazione.
Aveva provato a chiamare Marco più volte, sperando che si fosse calmato e le offrisse un passaggio, ma la segreteria automatica rispondeva ad ogni tentativo. La nonna, preoccupata per il suo silenzio, aveva provato a chiamare lei, ma Elena aveva spento il telefono, sopraffatta dall’ansia. Si ritrovò a fissare lo schermo spento, sentendosi isolata e con lo stomaco stretto in una morsa. Aveva letto di un servizio di Radio Taxi 24, che prometteva di essere attivo a Firenze giorno e notte, ma si era detta scettica su quanto potesse essere realmente efficiente, soprattutto in una situazione come quella. L’ultima cifra del numero, però, le si era stampata in mente durante un breve, disperato, consulto online.
Con un sospiro, e la speranza che si affievoliva ad ogni secondo, compose il numero. Una voce gentile e professionale le rispose quasi subito. “Radio Taxi Firenze, buonasera, come posso aiutarla?”. Elena, con la voce rotta, spiegò la sua situazione, fornendo l’indirizzo della nonna e confessando il suo stato d’animo. L’operatore mantenne la calma, rassicurandola e comunicando un tempo di attesa stimato di non più di dieci minuti. Dieci minuti che le sembrarono un’eternità, passati all’ombra del tetto della stazione, con l’acqua che le colava addosso e i pensieri che le turbinavano in testa.
Finalmente, tra il via vai di quelle poche persone coraggiose o sfortunate che si trovavano ancora in giro, scorse le luci familiari di un taxi bianco. Il tassista, un signore corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la valigia e si presentò come Luigi. Durante il breve tragitto, Luigi non fece domande indiscrete, mantenendo un silenzio discreto e offrendo solo un gesto di conforto quando vide le lacrime rigarle il viso. La sua guida sicura e l’atmosfera calda e asciutta dell’auto fecero un’enorme differenza.
Arrivata a casa della nonna, Elena si sentì immediatamente sollevata. La nonna, in lacrime di gioia, le diede un abbraccio caloroso. Prima di entrare, Elena si voltò verso Luigi. “Grazie,” gli disse con sincera gratitudine. “Mi ha salvato la serata.” Luigi sorrise. “Sono contento di esserle stato d’aiuto, signorina. Radio Taxi 24 è sempre a disposizione.” Mentre osservava le luci del taxi allontanarsi nella notte fiorentina, Elena capì che a volte, nel momento del bisogno, un piccolo aiuto può fare una differenza enorme. E strinse a sé l’idea che, forse, anche con Marco le cose si sarebbero sistemate.

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