Silvia, giovane violinista con la passione per la musica e un talento innato, abitava in un piccolo appartamento nel cuore di Firenze, a pochi passi dal Ponte Vecchio. Quella sera, dopo mesi di prove estenuanti, era finalmente arrivato il suo debutto come solista al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. L’emozione le pulsava nelle vene come le note di una sinfonia. Aveva scelto un abito lungo di velluto blu notte e le scarpe che sua nonna le aveva regalato dicendole: “Queste ti porteranno lontano, bambina mia”. Tutto era perfetto, o quasi.
Mentre si preparava, sistemando con cura l’archetto del suo prezioso violino, un suono sordo e inaspettato la fece sobbalzare. Un tuono. Silvia si affacciò alla finestra e vide il cielo di Firenze oscurarsi improvvisamente. In pochi minuti si scatenò un diluvio. La pioggia cadeva a catinelle, i lampi illuminavano la città a giorno e il vento ululava come un lupo affamato. Immediatamente, Silvia realizzò che il piccolo concerto serale nel parco, dove si era accordata con un amico per il passaggio in auto, era saltato.
L’ansia iniziò a serpeggiare. Abbandonare la scena era impensabile, non dopo tutto quel lavoro. Cercò disperatamente un’alternativa. Provò a chiamare amici, vicini, chiunque potesse aiutarla, ma senza successo. La tempesta aveva paralizzato la città. I minuti passavano inesorabili e l’orario del concerto si avvicinava. Disperata, si ricordò di un adesivo visto in un bar la settimana prima: Radio Taxi 24 Firenze. Era la sua ultima speranza.
Con le dita tremanti, digitò il numero sul cellulare. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Spiegò la sua emergenza, la sua imminente esibizione e la necessità di raggiungere il teatro il più velocemente possibile. La risposta fu rassicurante: “Signorina, nessun problema, la raggiungiamo subito”. Pochi minuti dopo, un taxi giallo brillante sfrecciava sotto casa sua, fendendo la pioggia. Il tassista, un signore di una certa età con un viso rassicurante, la aiutò a salire con il suo violino e partì a razzo, slalomando tra le strade allagate.
Arrivò al teatro appena in tempo. Scivolò dietro le quinte, ancora fradicia ma sollevata. Il concerto era iniziato da poco. Silvia strinse tra le mani il suo violino, ringraziando mentalmente quel provvidenziale servizio di taxi che le aveva permesso di realizzare il suo sogno. Quella sera, la sua musica riempì il teatro, cancellando ogni traccia della tempesta e inaugurando un nuovo, radioso capitolo della sua vita. La sua esibizione fu un trionfo, un successo inaspettato che la consacrò come una nuova stella nascente nel panorama musicale fiorentino.

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