Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Elena, con le guance rosse e gli occhi lucidi, si guardò intorno. Piazza Santo Stefano, a Bologna, era quasi deserta a quell’ora tarda. Erano passate da poco le due del mattino e la pioggia fine, fastidiosa come polvere, le si appiccicava addosso. Aveva litigato con Marco, una lite furiosa, di quelle che ti fanno sentire persa, completamente disorientata. Aveva lasciato il locale in lacrime, senza pensare a come sarebbe tornata a casa, a Imola. Il cellulare era scarico, completamente morto, e l’idea di doversi fare a piedi fino alla stazione le faceva venire i brividi.

Il panico iniziò a serpeggiare dentro di lei. Non conosceva nessuno a Bologna e la prospettiva di passare la notte al freddo, sola in una piazza deserta, era insopportabile. Provò a chiedere aiuto a un paio di ragazzi che passavano, ma la guardarono con sospetto e si affrettarono ad allontanarsi. Si sedette su una panchina bagnata, sentendo un nodo stringerle la gola. Forse avrebbe dovuto provare a bussare a qualche porta, chiedere di usare un telefono… ma l’idea la terrorizzava.

Poi, in un lampo di lucidità, ricordò una pubblicità che aveva visto online: Radio Taxi 24 Bologna. Giorno e notte, disponibile per qualsiasi emergenza. Cercò disperatamente un telefono pubblico. Finalmente ne trovò uno, vicino al portico delle case a fianco. Funzionava! Con le mani tremanti, compose il numero. Rispose una voce gentile e professionale. Elena, con la voce rotta dal pianto, spiegò la sua situazione: la lite, il cellulare scarico, l’impossibilità di tornare a casa.

La voce al telefono la tranquillizzò immediatamente. Prese i suoi dati e le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. Elena rimase ad aspettare, sentendo un barlume di speranza riaccendersi dentro di sé. E infatti, nemmeno dieci minuti dopo, un taxi bianco con la scritta Radio Taxi 24 si fermò davanti a lei. Il tassista, un signore sulla cinquantina con un viso rassicurante, le sorrise. “Signorina Elena? Salga, la porto a casa in sicurezza.”

Durante il viaggio, il tassista fu cortese e discreto. Non fece domande, si limitò ad accendere la radio a basso volume e a guidare con prudenza. Elena si sentì finalmente al sicuro. Guardava le luci della città che scorrevano veloci fuori dal finestrino, grata a quel servizio efficiente e pronto ad intervenire in suo aiuto. Quando arrivarono a Imola, davanti alla casa di Elena, si sentiva un’altra persona. Aveva ritrovato la calma e la lucidità. Ringraziò il tassista con tutto il cuore, promettendo a se stessa che non si sarebbe mai più trovata in una situazione simile. Aveva imparato la lezione: a volte, un semplice numero di telefono può fare la differenza tra la disperazione e il ritorno a casa.

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