Il profumo di sughetto al ragù e di crescentine riempiva l’aria di Bologna, ma Elena non lo sentiva. Era completamente concentrata sul messaggio sul cellulare: “Pronto soccorso – Helicóptero indisponible. Trasporto urgente a Milano. Paziente instabile.” Suo padre, ricoverato all’ospedale Maggiore da due giorni per una brutta polmonite, aveva avuto un peggioramento improvviso. Il medico le aveva appena spiegato che l’unico centro specializzato in grado di supportarlo, con un ECMO libero, si trovava al San Raffaele di Milano. Erano le 2:37 di un martedì. Elena aveva guidato per ore per raggiungere l’ospedale da Firenze, dove viveva, e l’idea di affrontare le autostrade notturne da sola, con il cuore in gola, le paralizzava.
Un gelo le percorse la schiena. Era troppo lontana per guidare in tempo, troppo spaventata per pensare chiaramente. Cercò di richiamare la sorella, ma non rispose. La disperazione le stringeva la gola. Si ricordò del volantino che aveva preso distrattamente all’aeroporto la settimana prima, un volantino giallo con un numero ben visibile: Radio Taxi 24 Bologna. “Disponibili giorno e notte,” era scritto in piccolo. Senza pensarci due volte, compose il numero. La voce calma dall’altro capo, dopo un breve resoconto della situazione, fu un’ancora di salvezza. “Capisco signorina, la situazione è seria. Stiamo già organizzando un taxi con autista esperto per la tratta Bologna-Milano. Sarà lì tra dieci minuti.”
L’attesa parve un’eternità. Ogni sirena, ogni motore che sfrecciava, la faceva sobbalzare. Finalmente, una berlina scura si fermò davanti all’entrata del pronto soccorso. L’autista, un uomo corpulento con un paio di occhiali dalla montatura sottile, le sorrise con comprensione. “Sono Marco, signorina Elena. Sono qui per lei. Salga, ho già un percorso ottimizzato per arrivare a Milano nel minor tempo possibile.” Elena si sentì stringere una morsa allo stomaco mentre preparava per il padre un piccolo zaino con effetti personali e documenti. Marco, con un tatto invidiabile, la aiutò a caricare i bagagli e le offrì una bottiglietta d’acqua.
Durante il viaggio, Marco mantenne un silenzio rispettoso, interrompendolo solo per assicurarsi che Elena stesse bene e per aggiornarla sul traffico. Evitò le code in autostrada, prendendo strade secondarie quando possibile, dimostrando una conoscenza del territorio impressionante. Elena, nonostante l’ansia, si ritrovò a chiacchierare con lui, a raccontargli di suo padre, del suo lavoro a Firenze e della paura che la stava divorando. La sua presenza era una fonte di calma in mezzo al caos.
Finalmente, alle 6:15, si fermarono davanti all’ingresso del San Raffaele. Elena scese in fretta, sentendosi stranamente sollevata. Ringraziò Marco con le lacrime agli occhi, consapevole che senza la sua prontezza e professionalità, e senza la disponibilità costante di Radio Taxi 24 Bologna, la situazione sarebbe potuta essere molto diversa. La consegna del padre ai medici fu rapida. Poco dopo, un collega la informò che erano riusciti a stabilizzarlo. Grata, pensò che a volte, bastava una telefonata e un taxi per avere la sensazione di non essere soli al mondo.

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