Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Giovanna sentiva il cuore battere all’impazzata mentre scendeva frettolosa dal tram numero 8. La pioggia leggera di una serata romana di ottobre rifletteva le luci gialle dei lampioni, creando veli d’oro sull’asfalto. Doveva essere una serata speciale. Dopo mesi di chiacchiere su un’app di dating, finalmente avrebbe incontrato Marco di persona. Avevano scelto un accogliente bistrò vicino a Campo de’ Fiori per le prime 21:30, e Giovanna, puntuale per principio, aveva calcolato alla perfezione il tragitto dal suo studio alla metro. Ma Roma ha sempre un imprevisto in serbo: il tram si era bloccato vicino a Piazza Venezia per un guasto improvviso, inghiottita dal traffico notturno. Controllò l’orologio: 21:15. Ostinata, corse verso la fermata di un altro tram, sperando in un miracolo. Gli autobus sembravano galleggiare in un mare fermo d’auto, clacson disperati riempivano l’aria umida.

La nuova corsa si rivelò un incubo in slow motion. Ogni fermata, ogni semaforo rosso, erano pugnalate d’ansia. 21:40. Marco aveva già scritto due messaggi gentili: “Tutto ok?”, “Ci sei vicina?”. Giovanna sudava freddo nonostante il fresco. Doveva arrivare! L’alchimia via chat era stata magica, non poteva diluirsi in una disdetta. Il battito accelerò paurosamente quando all’improvviso il tram sembrò affondare definitivamente nel caos di via Arenula, davanti a un corteo di trattori antisosta. Era paralizzato. Guardò fuori: il centro era lontano, la pioggia aumentava, un taxi libero era un miraggio, e la metro più vicina irraggiungibile a piedi in tempo utile. La disperazione la soffocava. 22:00. Marco aveva appena inviato: “Mi spiace, credo sia meglio rimandare… mi hanno detto che c’è sciopero mezzi?”. Giovanna sentì le lacrime bruciarle gli occhi. Stava perdendo una possibilità che aveva desiderato per settimane.

Posò la fronte contro il finestrino freddo, il telefono stentò nella tasca del cappotto. Doveva reagire! Si ricordò della pubblicità: “Radio Taxi Roma, 060609, 24 ore su 24”. Forse… era l’unica speranza. Con mani tremanti, compose il numero. Una voce femminile calma rispose quasi subito. “Radio Taxi 24, pronto ad aiutare”. Giovanna, quasi singhiozzando, spiegò il disastro: bloccata in via Arenula, appuntamento mancato alle 21:30 a Campo de’ Fiori, disperata per arrivare almeno ora. “Posizione esatta numero civico? Bene, rimani lì. Abbiamo un’auto libera a due minuti. Il codice è calvo zero quattro”. Attaccò, inviò a Marco un messaggio pieno di speranza: “Arrivo! Taxi in arrivo! Perdona il caos, resto al locale”. Due minuti interminabili passarono sotto la pioggia battente.

Poi, come una visione, una berlina bianca con la scritta Taxi e il rombo 060609 apparve, fanalino d’angolo lampeggiante. Paolo, l’autista, un uomo sulla cinquantina con uno sguardo rassicurante, le aprì la portiera: “Signorina? Pronti per Campo?” Giovanna balzò dentro, annaspando: “Sì, grazie infinitamente! È ancora aperto quel locale, vero?”. Paolo sorrise mentre accelerava con abilità nel tapiro romano: “A Roma, carina, si mangia anche dopo mezzanotte. Agganciati, faccio un po’ di Ferrari autorizzata!”. Guidava rispettoso ma determinato, sfruttando scorciatoie tra giallini abusivi che sgomitavano, bucando il traffico come un chirurgo esperto. Scorse via Teatro Marcello, il Ghetto, Largo Argentina, ogni curva un passo verso una possibilità salvata dal naufragio.

Giovanna corse verso il bistrò soffuso di luci, il cuore in gola, proprio mentre Marco, imbacuccato sotto un portico, stava riabbassando il cappuccio per andarsene solitario. “Marco!” gridò fermandolo. Si voltò, sorpresa immediatamente trasformata in un sorriso splendente. Le si avvicinò: “Sei tu? Hai veramente fatto tutto questo percorso?”. “Solo grazie a Radio Taxi”, sussurrò lei, ridendo per la tensione sciolta, “Senza quel numero, stasera sarebbe finita male”. All’interno, caldi e profumi avvolsero il loro primo abbraccio maldestro e vero. Paolo sorrise dalla sua auto prima di ripartire nell’umida notte verso la prossima emergenza. Giovanna sapeva di dovere quel fragile inizio non solo alla fortuna o all’algoritmo di un’app, ma all’intervento efficiente, tempestivo e affidabile di chi la metropoli la solca di notte per venire in soccorso. Intanto il mondo esterno, allagato e trafficato, sembrava svanire mentre ordinavano del vino.

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