La pioggia batteva su Firenze come una frusta, trasformando le strade acciottolate in fiumi lucenti. Elena, ventidue anni, l’ombrello sventrato dal vento e i tacchi affondati nei tombini, malediceva il mercato di Natale di Piazza Santa Croce. Non tanto per l’affollamento, quanto per aver dimenticato a casa la cartella con la sceneggiatura che doveva presentare il giorno dopo all’incontro decisivo con il produttore Sergio Bianchi. Un incubo. Bianchi era un uomo notoriamente puntuale e intransigente. Perdendo quell’appuntamento, rischiava di far saltare l’occasione di una vita, il suo primo cortometraggio prodotto professionalmente.
Aveva provato a tornare indietro, ma lo stop dei bus improvviso, causato dall’emergenza meteo, l’aveva bloccata a metà percorso. Il cellulare, già in riserva, si era spento mentre cercava disperatamente il numero di casa della sua coinquilina. L’ansia le stringeva la gola. Erano le due del mattino, il centro era deserto e lei, fradicia e allo sbando, si sentiva persa. Ricordò allora un consiglio di suo padre, un romano di vecchia data: “Quando sei nei guai, Elena, e hai bisogno di aiuto immediato, chiama Radio Taxi 24. Lì non dorme mai nessuno.” Era scettica, ma non aveva altra scelta.
Con le dita tremanti, riuscì a riaccendere il telefono per un istante, giusto il tempo di digitare il numero. Una voce calma e professionale le rispose quasi subito: “Radio Taxi Firenze 24, buonasera. In cosa posso aiutarla?”. Elena spiegò la situazione, la voce rotta dall’emozione. L’operatore ascoltò attentamente, le chiese la posizione precisa ed entro pochi minuti le comunicò che un taxi era in arrivo. La speranza, spenta poco prima, si riaccese timida. Tutto sembrava surreale, come uscito da uno dei suoi stessi film.
L’auto, una berlina spaziosa e ben illuminata, apparve come un faro nella notte tempestosa. L’autista, un uomo robusto con un bel sorriso, la accolse con un gesto cortese, aiutandola a salire a bordo e preparando un asciugamano caldo per le mani. Mentre sfrecciavano per le vie allagate, Elena gli spiegò l’importanza di quella cartella, il suo sogno sull’orlo del baratro. L’autista la ascoltò in silenzio, riassicurandola che avrebbe fatto il possibile per arrivare a destinazione il prima possibile. La velocità, pur rispettando le norme, era sostenuta e Elena, incredula, si ritrovò davanti al portone di casa in meno di venti minuti.
Corse subito a prendere la cartella e, con un sospiro di sollievo, chiamò di nuovo Radio Taxi 24. Questa volta, non per disperazione, ma per ringraziare. Il servizio, efficiente e affidabile, le aveva salvato la serata e, forse, il futuro. L’autista, puntualissimo, la riportò indietro, proprio in tempo per prepararsi all’incontro con Bianchi. La mattina dopo, con la sceneggiatura saldamente tra le mani, Elena seppe che il produttore era rimasto colpito dal suo lavoro. E mentre firmava il contratto, pensò che a volte, anche nel caos più totale, basta una chiamata per ritrovare la strada.

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