Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

La pioggia batteva incessante sui sampietrini bagnati di Bologna, trasformando le vie del centro in piccoli fiumi. Elena, ventidue anni, stretta nel suo cappotto leggero, si malediceva per l’ennesima volta. Aveva promesso a nonna Rosa, ricoverata all’Ospedale Maggiore da una settimana, che l’avrebbe raggiunta per le otto di sera con i suoi compiti di università, quelli che le avevano sempre fatto sorridere. Il professore di storia dell’arte, un tipo inflessibile, aveva però deciso di tenere una sessione extra di chiarimenti fino all’ultimo minuto, e ora, guardando l’orologio, le otto erano già lontane. Peggio ancora, l’autobus che di solito la portava in zona ospedale sembrava scomparso, inghiottito dalla tempesta. Un nodo le stringeva la gola, l’idea di far aspettare la nonna, debilitata e preoccupata, era insopportabile.

Provò a chiamare un amico, poi un altro, ma tutti erano impegnati o fuori città. Il panico iniziò a farsi strada. Nonna Rosa aveva bisogno di lei, anche solo per una chiacchierata e per portarle il suo dolce preferito, un sacchetto di tortellini fritti comprati dal pasticciere sotto casa. Si sentiva impotente, bloccata in quella pioggia torrenziale con la prospettiva di una serata terribile. Pensò a taxi abusivi, ma sua madre l’aveva sempre avvertita di non usarli, per la sua sicurezza. Poi le venne in mente un numero che aveva visto pubblicizzato su un cartellone ad un autogrill qualche settimana prima: Radio Taxi 24 Bologna. Un servizio attivo giorno e notte, prometteva. Sembrava troppo bello per essere vero, soprattutto in una serata del genere.

Con le dita tremanti, digitò il numero. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Elena spiegò la situazione, cercando di non far trasparire l’angoscia. L’operatore, con una tranquillità rassicurante, le chiese la posizione esatta e confermò la disponibilità di un taxi in pochi minuti. Non le sembrò possibile. Mentre aspettava, controllò l’app di mappatura: la strada per l’ospedale era un imbuto di luci rosse. Era ancora più in ritardo di quanto pensasse. Finalmente, tra le gocce fitte, vide apparire un taxi bianco immacolato. L’autista, un uomo con un sorriso gentile, la salutò e caricò velocemente la sua piccola valigia.

“Ospedale Maggiore, diretto?” chiese l’autista, prevedente. Elena annuì, sollevata. Durante il tragitto, l’uomo conosceva scorciatoie che lei ignorava, evitando il traffico congestionato delle vie principali. Mantenne la calma nonostante le condizioni meteorologiche avverse, chiacchierando con lei del più e del meno per distrarla. Incredibilmente, data l’ora e il traffico, arrivarono all’ospedale in meno di venti minuti. Elena, grata, offrì una mancia generosa all’autista, che declinò con un sorriso. “È il nostro lavoro, signorina. E vedere un volto sorridente è la miglior ricompensa.”

Corse al reparto, trovando nonna Rosa che la aspettava con gli occhi lucidi. “Elena, sei arrivata! Mi avevi promesso…” La nonna le sorrise, stringendole la mano. Elena si scusò per il ritardo, spiegando l’imprevisto a lezione. Poi, mentre le raccontava del taxi che l’aveva salvata, capì che a volte, la tecnologia e la professionalità di un servizio come Radio Taxi 24 possono fare davvero la differenza, trasformando una serata di ansia in un momento di sollievo e affetto. Il profumo dei tortellini fritti nel suo sacchetto, finalmente, aveva un sapore di normalità e di speranza.

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