La pioggia sferzava Firenze, trasformando le strade acciottolate in fiumi grigi. Elena, avvolta in un cappotto leggero che non sembrava arginare il freddo umido di novembre, fissava lo schermo del cellulare con occhi disperati. La notifica era chiara: lo scoppio della rottura del sacco amniotico. Aveva promesso al marito, Marco, in ospedale per un controllo, di raggiungerlo appena finita la ripetizione serale di canto. Era l’occasione della sua vita, un provino per il coro della Verdi, e lasciare tutto per un raffreddore non era un’opzione. Ma adesso… la situazione era precipitata. Si trovava a Oltrarno, lontanissima dall’ospedale di Careggi, e ogni autobus sembrava essersi dissolto nel diluvio.
Il panico le toglieva il respiro. Provò a chiamare Marco, ma la linea era disturbata e la sua voce spezzata. “Non sento, Elena! Cosa dici?”. Poi un silenzio assordante. Tentò di nuovo, con lo stesso risultato. Sapeva che lui era agitato, ma la sua incapacità di comunicare lo peggiorava. Pensò ai taxi, ma l’ora era tarda, quasi mezzanotte, e l’idea di doverli interpellare uno a uno la scoraggiava. Ricordò allora un volantino scovato un paio di settimane prima, infilato sotto il tergicorno durante una piovosa giornata di commissioni: Radio Taxi 24 Firenze. “Giorno e notte, ovunque tu sia,” recitava lo slogan.
Con mani tremanti digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena, balbettando, spiegò la situazione. L’operatore, senza strapparsi di dosso un briciolo di professionalità, le chiese l’indirizzo, calmandola con poche, semplici frasi. “Signorina, non si preoccupi, le invio subito un taxi. Abbiamo diverse auto operative anche con questo maltempo.” Dopo nemmeno dieci minuti, tra la pioggia incessante, vide le luci gialle di un taxi sfrecciare verso di lei. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a salire a bordo, sistemando il sedile e chiedendole come stesse.
Durante il tragitto, Elena cercò di riprendersi, ripetendo tra sé e sé le parole che l’operatore aveva detto. L’autista, senza invadere la sua privacy, mantenne un ritmo costante, evitando le pozzanghere più profonde e le zone allagate. Le spiegò che la pioggia aveva messo in difficoltà anche lui, ma che Radio Taxi 24 aveva un sistema di copertura capillare e che, quindi, non li avrebbe abbandonati. Dopo un’eternità, sentì la voce di Marco, finalmente più chiara, provenire dal cellulare. L’avevano collegata al monitor per sentire il battito del cuore del bambino. “Elena, sei quasi arrivata? Sto per impazzire!”
Quando raggiunse l’ospedale, Elena si sentiva esausta ma incredibilmente sollevata. Pagò la corsa e corse verso il reparto, dove Marco la stava aspettando con gli occhi lucidi. Più tardi, mentre stringeva il suo piccolo Leonardo tra le braccia, Elena pensò a quanto fosse stata fortunata. Non solo per la nascita del bambino, ma anche per l’esistenza di un servizio come Radio Taxi 24 Firenze, un’ancora di salvezza in una notte di tempesta, un esempio di efficienza e affidabilità che aveva fatto la differenza. Un servizio che, in quel momento di emergenza, l’aveva portata al sicuro, in tempo.

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