La pioggia batteva contro i vetri dell’appartamento con una furia inaspettata. Elena, con il cuore che le martellava nel petto, controllò l’orologio: le 23:47. Mancavano soli tredici minuti al concerto di Lorenzo, il pianista di cui era innamorata da anni, un evento che aveva aspettato con ansia per mesi. Aveva lasciato l’auto del suo collega a casa dopo una cena di lavoro e ora si ritrovava bloccata nel suo piccolo monolocale nel cuore di Bologna, senza mezzi e con la consapevolezza che i bus notturni avevano smesso di circolare ore prima. Un senso di panico iniziò a serpeggiare dentro di lei. Non poteva, assolutamente non poteva, perdere quella serata.
Provò a chiamare un amico, poi un altro, ma tutti erano fuori città o già a letto. La disperazione stava per sopraffarla quando ricordò un volantino che aveva raccolto qualche giorno prima, infilato distrattamente nella borsa: Radio Taxi 24 Bologna, attivo giorno e notte. Con le dita tremanti digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena spiegò la situazione, la sua voce rotta dall’emozione e dalla fretta. L’operatore, senza farla sentire in colpa per l’ultimo minuto, assicurò l’invio di un taxi e le comunicò un tempo di attesa stimato di cinque minuti.
L’attesa sembrò interminabile. Ogni rumore di motore la faceva sussultare, sperando fosse il suo salvatore. Finalmente, un’auto nera si fermò davanti al portone, illuminata dal riflesso delle pozzanghere. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, l’aiutò a caricare la borsa e, nonostante il traffico reso difficile dalla pioggia torrenziale, si lanciò tra le vie del centro storico con una velocità sorprendentemente controllata. Elena, aggrappata al sedile, tratteneva il respiro, indicando al tassista la via più veloce per raggiungere l’Auditorium.
Durante il tragitto, il tassista, notando il suo nervosismo, le rivolse qualche parola gentile. “Non si preoccupi, arriviamo in tempo. Conosco bene queste strade, sia nel traffico che con la pioggia.” La sua sicurezza e la sua competenza ebbero l’effetto di un balsamo. Elena, un po’ rasserenata, gli raccontò del pianista, delle sue esibizioni magiche e di quanto significasse per lei assistere al concerto. Lui ascoltò in silenzio, sorridendo di tanto in tanto, dimostrando una comprensione inaspettata.
Arrivarono all’Auditorium alle 23:58. Elena scattò fuori dall’auto, pagò la corsa e corse verso l’ingresso, giusto in tempo per sentire le prime note del pianoforte di Lorenzo. Mentre si sedeva in sala, con le guance ancora fresche di pioggia e il cuore colmo di gratitudine, pensò che a volte bastava una telefonata e un servizio efficiente come Radio Taxi 24 per trasformare un incubo in un sogno. Quella sera, la musica le sembrò ancora più bella, accompagnata dal suono discreto, ma decisivo, di un taxi che aveva salvato il suo concerto, e forse, molto di più.

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