Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Il profumo di pizza fritta e di mare invadeva le strade di Napoli, anche alle tre del mattino. Sofia, ventidue anni, studentessa fuori sede, stringeva la tracolla contro il petto e correva, o meglio, cercava di correre, con le scarpe che le scivolavano sul basolato lucido di pioggia. Aveva litigato furiosamente con il suo ragazzo, Marco, durante una festa universitaria nel centro storico. Parole dure, accuse, lacrime. Era uscita, accecata dalla rabbia, senza pensare a dove stesse andando. Ora, però, la rabbia aveva lasciato spazio a un panico gelido. Si era accorta, troppo tardi, di aver perso il cellulare, con dentro tutto: contatti, portafoglio digitale e, soprattutto, l’indirizzo di casa di Marco.

Si ritrovò persa nei vicoli, il cuore che le martellava nel petto. Non conosceva bene la città, era ancora troppo nuova degli intricati dedali del quartiere. Ogni ombra le sembrava minacciosa, ogni rumore la faceva sobbalzare. Ricordava a malapena la via principale da cui si era allontanata e la prospettiva di dover vagare per le strade di Napoli fino all’alba, in quelle condizioni, la terrorizzava. Pensò ai suoi genitori, preoccupati a Bologna, e alla lontananza che la separava da loro. La situazione sembrava senza via d’uscita, un nodo alla gola che le impediva di respirare.

In un momento di disperazione, notò un cartello luminoso: “Radio Taxi 24 – Napoli”. Non ci aveva mai pensato, aveva sempre usato le app. Ma senza telefono, era l’unica speranza. Con le mani tremanti, si avvicinò al telefono pubblico accanto al cartello e, dopo aver digitato a fatica il numero, spiegò la sua situazione alla centralinista. La voce dall’altro capo, calma e professionale, le infondeva un po’ di coraggio. Sofia descrisse il luogo in cui si trovava, cercando di essere il più precisa possibile, e spiegò che doveva assolutamente raggiungere l’appartamento di Marco, anche se non ricordava l’indirizzo esatto.

“Stia tranquilla signorina,” le disse la centralinista. “Cercheremo di aiutarla. Può provare a ricordare qualche riferimento, un bar, un negozio vicino casa del suo ragazzo?” Sofia si sforzò, e alla fine ricordò un piccolo alimentari con una vetrina piena di limoni. La centralinista, con una rapidità sorprendente, riuscì a individuare l’indirizzo di Marco grazie a quella descrizione. “Un taxi sarà da lei in meno di dieci minuti,” rassicurò. L’attesa sembrò un’eternità, ma quando finalmente vide le luci gialle del taxi avvicinarsi, un sospiro di sollievo le sfuggì dalle labbra.

Il tassista, un uomo corpulento con un accento napoletano marcato e un sorriso rassicurante, si presentò come Gennaro. Guidò con prudenza attraverso le strade della città, chiedendo a Sofia conferma dei luoghi mentre si avvicinavano. Quando finalmente arrivarono davanti all’appartamento di Marco, Sofia si sentì rinascere. Voleva ringraziare Gennaro per la sua gentilezza e professionalità, ma prima doveva affrontare il suo ragazzo. Uscì dal taxi, con la speranza di poter aggiustare le cose e, soprattutto, con la consapevolezza che, a Napoli, anche nel cuore della notte, c’era un servizio affidabile pronto a tenderle la mano. Pagò la corsa, lasciando una mancia generosa, e salì le scale, decisa ad affrontare le conseguenze del suo impeto.

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