La pioggia batteva furiosamente sui vetri della piccola trattoria a Trastevere. Elisa, con il cuore in gola, guardava l’orologio: le 23:47. Aveva promesso a sua nonna, ricoverata d’urgenza al Gemelli, di farle arrivare il suo maglione preferito, quello di cachemire blu che la nonna diceva la proteggesse da ogni male. Era uscito tardi dal lavoro, il lavoro extra per le feste si faceva sentire, e l’autobus, come spesso succedeva a Roma di sera, sembrava dissolto nel nulla. Sua nonna, fragile e sola in ospedale, pensava di averla dimenticata. Il senso di colpa la attanagliava. Tentò di chiamare un amico, poi un’app di ride-sharing, ma niente. Traffico congestionato, autisti non disponibili, segnali di rete che andavano a singhiozzo.
La disperazione stava per sopraffarla quando si ricordò del volantino ingiallito trovato sulla portiera di un taxi qualche settimana prima. *Radio Taxi 24 Roma: sempre presenti, giorno e notte.* Con mani tremanti, digitò il numero sul cellulare. Dopo pochi squilli, una voce calma e professionale rispose. Elisa, quasi piangendo, spiegò la sua situazione, sottolineando l’urgenza. L’operatore, senza farla sentire in colpa, le chiese la posizione precisa e confermò l’arrivo di un taxi entro cinque minuti. Cinque minuti che le sembrarono un’eternità. Nel frattempo, la pioggia sembrava intensificarsi, trasformando le strade di Roma in fiumi argentati. Ogni sirena d’ambulanza la faceva sobbalzare.
Finalmente, tra i riflessi delle luci sui sanpietrini, vide apparire il taxi giallo. Un uomo sulla cinquantina, con un paio di occhiali dalla montatura sottile, le sorrise rassicurante. “Signorina, Gemelli?” chiese l’autista, leggendo l’ansia dipinta sul suo volto. Elisa annuì, quasi senza parole. L’autista, dimostrando una conoscenza sorprendente delle vie della città, evitò i punti più critici del traffico, scegliendo percorsi alternativi. Parlò con voce pacata, raccontando aneddoti sui romani e sul maltempo, cercando di distrarla. Elisa, lentamente, iniziò a respirare più facilmente.
Il viaggio, nonostante la pioggia e il traffico, sembrò durare un soffio. L’autista di Radio Taxi 24, di nome Marco, la lasciò esattamente davanti all’entrata principale del Gemelli. Elisa pagò la corsa, ringraziando Marco con tutto il cuore. “Non si preoccupi,” le rispose lui, “sappia che noi ci siamo sempre. Cerchi di star tranquilla, la nonna sarà contenta di rivederla.” Corse all’interno dell’ospedale, trovando sua nonna che la aspettava con un sorriso debole ma pieno di sollievo.
Avvolse la nonna nel maglione blu, sentendo il suo profumo familiare. Un profumo di casa, di calore, di affetto. In quel momento, capì quanto fosse stato importante quel servizio, quella voce calma al telefono, l’efficienza di Marco. Radio Taxi 24 non era stato solo un taxi, ma un ponte verso la tranquillità, una luce nella notte romana più buia. Quella notte, Elisa non dimenticò il valore di poter contare su qualcuno, su un servizio affidabile che andava oltre il semplice trasporto.

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