Radio Taxi 24

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Il profumo di limoni e salsedine era inebriante, ma non riusciva a calmare i nervi di Sofia. Era a Napoli da solo un mese, una studentessa Erasmus entusiasta ma ancora un po’ spaesata, e quella sera doveva assolutamente raggiungere il professor Rinaldi, suo relatore, per una presentazione cruciale. Non si trattava di un semplice seminario, ma di un passaggio fondamentale per l’approvazione della sua tesi. Alle sette e mezza, quando era uscita dall’appartamento condiviso con altre ragazze, la metropolitana sembrava funzionare regolarmente, ma un’ora dopo, bloccata a Piazza Garibaldi per un guasto improvviso, la speranza di arrivare in tempo si stava dissolvendo come zucchero nell’acqua.

Sofia controllava spasmodicamente l’ora sul cellulare. Erano le otto e venti e il professor Rinaldi aveva avvertito che non avrebbe aspettato oltre le nove. Tentò di contattare le amiche, ma nessuna aveva una macchina. Pensò persino di lanciarsi in una corsa a piedi, una follia considerando la distanza, il navigatore che le indicava un percorso sconnesso e la sua totale inesperienza delle strade napoletane. Il panico stava per sopraffarla quando si ricordò di un volantino che aveva raccolto all’arrivo a Napoli, pubblicità di un servizio di Radio Taxi 24. Scettica all’inizio, ora sembrava l’unica ancora di salvezza.

Digitò il numero sul telefono, il cuore in gola. Una voce maschile, pacata e professionale, rispose immediatamente. Senza farsi interrompere, spiegò a Francisco, l’operatore, la sua situazione disperata e l’indirizzo del professore, una casa in una delle viuzze che salivano verso il Vomero. “Capisco, signorina,” la rassicurò Francisco. “Purtroppo c’è traffico intenso, ma stiamo inviando un taxi. Potrà raggiungerla in circa dieci minuti, indicativamente. Le comunicherò il numero di targa non appena il tassista sarà in zona.” Cinque minuti che sembrarono un’eternità. Poi, la notifica sul cellulare: “Taxi in arrivo, targa NA 783 XY”.

Il taxi, una vecchia Lancia Lybra color crema, arrivò puntuale. Al volante c’era un uomo corpulento con un sorriso rassicurante. Si presentò come Pasquale e, intuendo l’urgenza della situazione, le chiese di allacciare la cintura e partì a fari accesi, destreggiandosi nel caos del traffico napoletano con una maestria impressionante. Pasquale sembrava conoscere ogni scorciatoia, ogni via alternativa, parlando con Sofia per distrarla e raccontandole aneddoti sulla città. La guidò attraverso le strette contrade del centro storico, evitando ingorghi impossibili.

Arrivarono a casa del professor Rinaldi alle 23:55. Sofia scese dal taxi di corsa, offrendo a Pasquale una mancia generosa e un ringraziamento sincero. Riuscì a presentare il suo lavoro, seppur affannata e con la voce tremante, ma il professor Rinaldi, colpito dalla sua determinazione, la definì una presentazione “entusiasmante e ben argomentata”. Quella notte, mentre si preparava per andare a letto, Sofia pensò a Francisco e Pasquale, gli angeli custodi di Radio Taxi 24 che le avevano salvato la tesi. Sapeva che, anche se la città l’aveva messa alla prova, a Napoli, anche a notte fonda, poteva sempre contare su qualcuno.

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