Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Il profumo di pizza fritta e il vociare festoso di Spaccanapoli, che normalmente amavo, mi stringevano la gola in una morsa di panico. Ero in ritardo, terribilmente in ritardo. Non per un appuntamento mondano, non per un caffè con le amiche, ma per l’esame di ammissione alla facoltà di Medicina, il mio sogno da una vita. Avevo sottovalutato il traffico della domenica sera a Napoli, convinta che, partendo con largo anticipo da Posillipo, sarei arrivata all’ospedale Panico senza intoppi. Invece, un incidente sulla Tangenziale aveva bloccato tutto, trasformando i miei piani in un incubo. Controllavo l’orologio ogni dieci secondi, calcolando mentalmente le possibilità sempre più flebili di farcela.

Le lacrime iniziavano a bruciare dietro le palpebre. Il pensiero di dover rimandare tutto all’anno successivo era devastante. Avevo studiato per mesi, sacrificando uscite e passioni, e tutto rischiava di andare in fumo a causa di un imprevisto. Tentai più volte di chiamare i miei genitori, ma la linea era sempre occupata. Sentivo il cuore martellarmi nel petto con un ritmo sempre più accelerato. Mi sentivo piccola, impotente, persa tra la folla di Spaccanapoli che, ignara della mia tragedia personale, continuava a godersi la serata. Poi, ricordai il numero che la mia coinquilina, Anna, mi aveva ripetuto mille volte: “Radio Taxi 24 Napoli, segnatelo bene, non si sa mai!”.

Tremante, digitai il numero sul cellulare e attesi, segretamente disperata che non rispondessero. Invece, una voce calma e professionale mi chiese dove fossi e dove dovessi andare. Spiegai la situazione, la mia voce rotta dall’emozione. Non mi interruppe, mi lasciò finire, e poi mi rassicurò: “Capisco, signorina. Stiamo ricevendo molte segnalazioni dalla Tangenziale. Manderemo una macchina il prima possibile. Può fare affidamento su di noi.” L’operatore mi comunicò l’arrivo previsto del taxi in soli dieci minuti. Dieci minuti che mi sembrarono un’eternità, ma che mi diedero comunque una speranza, un piccolo spiraglio in quella notte buia.

E, puntualmente, dopo dieci minuti, un taxi giallo brillante si fece spazio nel traffico caotico. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, capì subito l’urgenza della situazione. Senza dire una parola, mi aiutò a caricare lo zaino e si lanciò nel traffico con una maestria impressionante, sfruttando ogni spazio possibile. Mentre sfrecciavamo tra i vicoli, mi incoraggiava, raccontandomi di studenti che avevano affrontato situazioni simili e ce l’avevano fatta. Grazie alla sua abilità e alla conoscenza della città, riuscì a evitare le strade più congestionate, seguendo percorsi alternativi.

Arrivammo all’ospedale Panico con soli cinque minuti di ritardo. Cinque minuti che, senza l’intervento di Radio Taxi 24, si sarebbero trasformati in un anno. Scelsi di correre direttamente verso l’aula esami, il cuore ancora in gola. Riuscii a sedermi al mio posto giusto in tempo per la consegna dei compiti. Durante l’esame, la tensione era altissima, ma ad ogni domanda la voce del tassista continuava a risuonare nella mia mente. Ce l’avevo fatta. E lo dovevo, in gran parte, all’efficienza e alla prontezza di un servizio che, in una notte di panico, si era rivelato un vero e proprio salvavita.

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