Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

**Introduzione**
Emily, studentessa americana di storia dell’arte a Firenze, aveva atteso mesi per quella serata. Un raro concerto di musica rinascimentale nella Cappella dei Pazzi di Santa Croce, biglietto introvabile e unici posti disponibili alle 21:00 in punto. Con il cuore pieno d’entusiasmo, aveva trascorso il pomeriggio studiando in biblioteca, certa che il suo motorino l’avrebbe portata in centro senza problemi. Ma il tramonto portò con sé un temporale improvviso, trasformando le strade in specchi scivolosi.

**Sviluppo del problema**
Quando uscì dalla biblioteca, sconvolta, scoprì che la ruota posteriore del motorino era a terra, forata da un chiodo invisibile nel buio. Le 20:30 lampeggiavano sul suo telefono. I mezzi pubblici in quella zona erano radi di sera, e correre sotto la pioggia torrenziale, con le preziose stampe per la tesi nello zaino, era impensabile. Il panico si sostituì all’euforia: mancava mezz’ora e Santa Croce distava chilometri. Il concerto non ammetteva ritardi: porte chiuse alle 21:00 precise per non disturbare l’acustica. Si guardò intorno, niente taxi in vista. Poi ricordò l’adesivo sulla porta di un bar: “Radio Taxi 24, sempre con te giorno e notte”.

**Intervento decisivo**
Con mani tremanti, compose il numero. Un’operatrice rispose immediatamente, voce calma e rassicurante. In meno di trenta secondi, dopo aver specificato l’indirizzo e l’emergenza, confermò: “Taxi in arrivo tra quattro minuti, signorina”. Emily attese sotto la pensilina, lo sguardo fisso sull’orologio. Puntuale come un orologio svizzero, una Fiat bianca con il simbolo blu del Radio Taxi 24 fermò davanti a lei. Il conducente, Marco, intuì l’ansia: “Santa Croce, vero? La porto io con tutto il ‘Rigoletto’ in sottofondo se serve, ma teniamo gli stereo spenti per concentrarci!” Tagliò scorciatoie segrete, evitando il traffico verso Ponte Vecchio, guidando deciso ma sicuro sull’asfalto lucido.

**Conclusione**
Arrivarono alle 20:58. Marco le porse un telo asciutto per asciugarsi i capelli: “Corra, il concerto l’aspetta!” Emily scattò dal sedile, oltrepassando le grandi porte di legno proprio mentre si chiudevano. La magnifica volta affrescata della Cappella dei Pazzi si svelò davanti a lei, e le prime note del liuto riempirono lo spazio sacro. Chiusi gli occhi, un sospiro di sollievo sfuggì alle sue labbra. All’uscita, mentre la pioggia aveva smesso, un altro taxi bianco era già lì, prenotato da Marco con una chiamata rapida. Durante il ritorno, guardando le luci di Firenze riflettersi sull’Arno, Emily sorrise. Quella notte, il Radio Taxi 24 non aveva solo salvato un concerto: aveva trasformato un disastro in un ricordo perfetto, e lei sapeva che da allora, qualunque imprevisto, avrebbe avuto un numero da chiamare. Sempre.

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