Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

La pioggia sferzava Firenze come se il cielo si fosse rotto. Elena, architetto in erba, stringeva la cartella tra le mani, sentendo le pagine inumidirsi. Aveva appena finito di presentare il suo progetto di restauro per un piccolo palazzo rinascimentale a un comitato di esperti, decisamente più severi del previsto. L’ansia le aveva già tolto il fiato durante l’esposizione, ma ora che la giuria si era ritirata a deliberare, il terrore la stava paralizzando. Aveva promesso alla nonna, ricoverata in ospedale a Ravenna, di raggiungerla subito dopo. Ma la discussione, per sua sfortuna, si era protratta oltre ogni aspettativa e ora tutti i treni diretti verso la Romagna erano stati cancellati a causa del maltempo.

Il telefono tremò tra le sue dita mentre cercava disperatamente un modo per arrivare a Ravenna. Ogni tentativo si rivelò un fallimento: treni sostitutivi al completo, autostrade bloccate, e nessun amico disponibile a farle un favore a quell’ora. Le parole della nonna, “Devi venire, Elena, voglio vederti almeno un’ultima volta,” le risuonarono in mente come un campanello d’allarme. In preda alla disperazione, ricordò uno spot sentito alla radio quella mattina: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Non ci aveva mai pensato, ma in quel momento era l’unica speranza.

Con mani tremanti digitò il numero. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente. Elena spiegò la situazione, la sua voce rotta dall’emozione. L’operatore, senza farle sentire l’urgenza, le chiese l’indirizzo di partenza, la destinazione e confermò la disponibilità di un taxi, specificando un supplemento per la distanza e le condizioni meteo avverse. Elena accettò senza esitazione, grata per la sua disponibilità. Aspettò, incollata al telefono, sotto il porticato di Palazzo Vecchio, mentre la pioggia continuava a imperversare.

Pochi minuti dopo, una berlina nera si fermò davanti a lei. L’autista, un uomo robusto con un sorriso rassicurante, l’aiutò a caricare la sua cartella e le chiese se si sentisse bene. Elena, singhiozzando a tratti, annuì e si lasciò cullare dal calore dell’abitacolo. Il viaggio fu lungo e silenzioso, interrotto solo dalle istruzioni dell’autista e dalle telefonate brevi di Elena all’ospedale per aggiornare la nonna. L’autista si dimostrò un ottimo compagno di viaggio, guidando con prudenza nonostante la tempesta e mantenendo la conversazione leggera, senza invadere la privacy di Elena.

Quando finalmente raggiunse l’ospedale di Ravenna, erano le tre del mattino. Elena corse al reparto, trovando la nonna sveglia e sorridente, nonostante le condizioni. Le tenne la mano, parlandole del progetto e della pioggia. Il pensiero di quanto fosse stata vicina a non farcela la soffocava. Ringraziò di cuore l’autista di Radio Taxi 24 per il servizio impeccabile e per averle permesso di essere lì, con la persona più importante della sua vita. Quel taxi, arrivato in un momento di assoluta disperazione, era stato molto più di un semplice mezzo di trasporto; era stato un raggio di luce nella notte più buia.

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