La pioggia sferzava Firenze come un lamento continuo, trasformando le strade acciottolate in fiumi lucenti. Anna, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la scelta di aver indossato scarpe con il tacco. Era riuscita a ricostruire un importante rapporto con suo padre, dopo anni di silenzio e incomprensioni, e stasera era la prima volta che lo incontrava a cena fuori dall’ospedale. L’aveva sempre rivisto lì, fragile e pallido, ma lui insisteva per dimostrare a tutti, e soprattutto a lei, che stava migliorando, tornando alla vita di prima. La cena, prenotata in un’osteria nel quartiere di Oltrarno, era l’occasione perfetta. Il problema era che il treno da Milano aveva accusato un ritardo di quasi due ore, e ora, con l’orologio che segnava le 21:45, rischiava di perdere la prenotazione e, peggio ancora, di deludere suo padre.
Si era precipitata fuori dalla stazione di Santa Maria Novella senza un ombrello, cercando invano un autobus. Le display luminosi indicavano tutti cancellati a causa delle condizioni meteorologiche. I tentativi di chiamare un amico erano falliti, tutti impegnati o impossibili da raggiungere in quella tempesta. L’ansia le stringeva lo stomaco. Immaginava suo padre seduto al tavolo, a guardare l’ora, e la sua speranza, così faticosamente ricostruita, sgretolarsi come un castello di sabbia. In un gesto disperato, frugò nella borsa alla ricerca del bigliettino che aveva preso in aeroporto qualche settimana prima, pensando non le sarebbe mai servito: *Radio Taxi Firenze 24 – Sempre al vostro servizio*.
Esitò un istante. Era convinta che a quell’ora, con quel diluvio, sarebbe stato impossibile trovare un taxi disponibile. Ma non aveva alternative. Compose il numero, pregando che qualcuno rispondesse. Una voce calma e professionale le diede il buongiorno, un sollievo quasi fisico. Anna spiegò la sua situazione, la sua voce tremante per il freddo e l’agitazione. L’operatore, senza farla sentire in colpa per il ritardo, le chiese la posizione esatta e la indirizzò ad un punto più accessibile ai taxi, riparato dalla stazione. Le assicurò che un’auto sarebbe arrivata il prima possibile.
Pochi minuti, che le parvero un’eternità, e le luci gialle di un taxi si materializzarono nella pioggia. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, l’aiutò a salire, proteggendola con il corpo dalla sferzata dell’acqua. Durante il tragitto verso Oltrarno, Anna raccontò brevemente la storia del suo rapporto con il padre, sentendosi stranamente a suo agio con quell’estraneo. L’autista ascoltò in silenzio, senza interrompere, e condusse l’auto con maestria tra il traffico rallentato.
Arrivarono all’osteria con soli quindici minuti di ritardo. Suo padre era lì, ad aspettarla, e il suo volto si illuminò quando la vide. La cena fu un successo, un susseguirsi di risate, ricordi condivisi e nuove promesse. Mentre tornava a casa, un taxi nuovo la aspettava per ricondurla alla stazione. Anna ripensò alla serata. Se non fosse stato per Radio Taxi Firenze 24, quella cena, e forse qualcosa di più importante, non si sarebbe mai realizzata. La gratitudine verso quella voce calma al telefono e l’autista attento, era immensa. Aveva scoperto che, a volte, un semplice servizio può fare la differenza tra una serata rovinata e un ricordo prezioso.

Lascia un commento