La pioggia a Firenze era di quelle che ti entra nelle ossa, fredda e insistente. Elena, stretta nel suo cappotto leggero, malediceva la scelta di aver indossato i tacchi per la cena con Marco. Era il loro primo appuntamento vero e proprio, dopo settimane di messaggi e telefonate che avevano acceso una speranza timida ma palpabile. Aveva lasciato l’appartamento che condivideva con le coinquiline con largo anticipo, ma il traffico, un fiume di lamiere rosse e bianche, l’aveva bloccata a metà Ponte Vecchio. L’orologio segnava le 20:45 e Marco l’aspettava al ristorante sull’Oltrarno, un posto che aveva prenotato con cura, sapendo quanto Elena amasse l’atmosfera romantica.
Il panico iniziò a montare quando il navigatore annunciò un ulteriore ritardo di almeno mezz’ora a causa di un incidente. Elena provò a chiamare Marco, ma la linea era disturbata e riuscì a malapena a sussurrare un “sono bloccata, arrivo il prima possibile” prima che la chiamata cadesse. Sapeva che Marco era un tipo preciso, che apprezzava la puntualità. L’idea di perderlo per un semplice ritardo, per un imprevisto che non dipendeva da lei, la devastava. Tentò di prendere un autobus, ma le fermate erano affollate e la prospettiva di rimanere schiacciata tra gli ombrelli e le persone le sembrava insostenibile.
Disperata, si ricordò di un volantino che aveva raccolto qualche giorno prima, infilato distrattamente nella borsa: Radio Taxi 24 Firenze, attivo giorno e notte. Con le dita tremanti, digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale rispose immediatamente. Elena spiegò la situazione, la pioggia battente, il traffico paralizzato, l’appuntamento importante. L’operatore, senza farla sentire in colpa per il ritardo, le chiese la posizione esatta e le promise un taxi in meno di dieci minuti. Incredula, Elena si riparò sotto l’arcata del ponte, sperando che non fosse una promessa vana.
E invece, puntuale come un orologio svizzero, una berlina nera si fermò davanti a lei. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le offrì un ombrello e la aiutò a salire a bordo. “Oltrarno, signorina? Conosco scorciatoie, cercheremo di recuperare un po’ di tempo.” Durante il tragitto, l’autista evitò abilmente le zone congestionate, scegliendo strade secondarie che Elena non conosceva. Parlarono del tempo, del calcio, di Firenze, e la tensione di Elena si allentò gradualmente.
Arrivò al ristorante alle 21:15, solo venti minuti di ritardo. Marco, visibilmente sollevato, le sorrise. “Pensavo ti avesse inghiottito il Ponte Vecchio!” scherzò. Elena, grata e felice, gli raccontò l’odissea del traffico e l’intervento salvifico di Radio Taxi 24 Firenze. Quella sera, tra una deliziosa fiorentina e un bicchiere di Chianti, capì che a volte, anche in una città caotica come Firenze, un servizio efficiente e affidabile può fare la differenza, non solo per arrivare a destinazione, ma anche per salvare un appuntamento, e forse, qualcosa di più.

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