La pioggia batteva contro i vetri del Caffè Gilli, a Firenze, con una violenza che sembrava voler cancellare la città dalla mappa. Elena, ventidue anni, stringeva tra le mani una tazza ormai fredda, lo sguardo perso nel riflesso delle luci tremolanti. Aveva accettato di incontrare Marco, il ragazzo conosciuto online, proprio quella sera. L’attesa si era trasformata in un’agonia, aggravata dalla notizia improvvisa ricevuta un’ora prima: sua nonna, accasciata in casa, aveva urgente bisogno di lei. Abitava dall’altra parte della città, in Oltrarno, e l’autobus, in condizioni meteorologiche del genere, sarebbe arrivato forse a mezzanotte. Il panico le stringeva la gola, la mente divisa tra l’ansia per la nonna e il pensiero amaro di dover abbandonare quell’appuntamento, forse l’inizio di qualcosa di bello.
Marco, percependo la sua agitazione, si era accorto di qualcosa. “Tutto bene, Elena? Sembri preoccupata.” Le parole le morirono in bocca. Raccontare di sua nonna e della lontananza non sembrava una scusa plausibile, avrebbe pensato che stesse cercando una via di fuga. Si limitò a un sorriso forzato e a un timido “niente di grave”. Era una bugia, e la sentiva pesare. Il telefono vibrò nuovamente, un messaggio disperato della madre: “Elena, sta peggio! Devi venire subito!”. Capì che non poteva più rimandare. Aveva bisogno di un modo rapido, sicuro, e soprattutto, immediato.
Ricordò di aver visto, qualche settimana prima, uno spot pubblicitario di Radio Taxi 24 Firenze. “Disponibili giorno e notte, ovunque tu sia”, diceva la voce rassicurante. Con le dita tremanti digitò il numero sulla tastiera. Una voce calda e professionale rispose quasi subito. Spiegò la situazione, il suo tono di voce spezzato dall’emozione. L’operatore, con calma e professionalità, le assicurò che un taxi stava già venendo a prenderla, indicandole anche una stima del tempo di attesa. Bastarono pochi minuti e una luce gialla si materializzò nel turbinio della pioggia.
Il tassista, un uomo sulla cinquantina con occhi gentili e un sorriso rassicurante, la accolse con un cenno del capo. “Direzione Oltrarno?” chiese semplicemente. Durante il tragitto, Elena, ancora scossa, raccontò l’accaduto. Il tassista ascoltò in silenzio, offrendo solo parole di conforto. Guidava con prudenza, nonostante la pioggia battente e il traffico congestionato. Raggiunsero l’abitazione della nonna in meno di venti minuti, un tempo impensabile con i mezzi pubblici in quelle condizioni.
Elena corse dentro, trovando la nonna debole ma sveglia. I suoi genitori erano già lì, visibilmente sollevati. Dopo aver rassicurato tutti e aver saputo che la situazione era sotto controllo, si voltò verso la strada, dove il taxi attendeva ancora. Un gesto semplice, un sorriso grato, e un sentito “grazie” furono sufficienti per esprimere la sua riconoscenza. Grazie alla prontezza e all’efficienza di Radio Taxi 24, era riuscita a raggiungere la nonna in tempo. Quella sera, aveva imparato che a volte, la tecnologia, unita all’umanità, può fare davvero la differenza. E, forse, che il destino aveva in serbo per lei anche un secondo appuntamento con Marco.

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