Il profumo di ragù avvolgeva ancora l’aria, un ricordo persistente della cena in famiglia. Giulia, ventidue anni, si affacciò alla finestra, osservando le luci di Bologna che si riflettevano sull’asfalto bagnato. Aveva litigato furiosamente con Marco, il suo ragazzo, dopo una discussione infantile su chi dovesse portare fuori la spazzatura. Non era la spazzatura il vero problema, lo sapeva. Era la sensazione crescente di soffocamento che provava nella loro relazione, la mancanza di spazio per le sue ambizioni di fotografa. Aveva bisogno di aria, di un posto dove riflettere, lontano da quel piccolo appartamento pieno di ricordi che ora le pesavano come macigni. L’idea le balenò in mente quasi d’istinto: la Basilica di San Petronio, in Piazza Maggiore, era illuminata in modo suggestivo di notte. Avrebbe portato con sé la macchina fotografica e avrebbe scattato, cercando di catturare la bellezza che le sembrava perduta anche dentro di sé.
Uscì di casa di corsa, con la sciarpa avvolta intorno al collo e la borsa a tracolla. Pensò di prendere un autobus, ma erano ormai le 23:30 e le linee notturne erano ridotte al minimo. Mentre controllava l’app sui trasporti pubblici, il cielo si fece improvvisamente più grigio e grosse gocce di pioggia iniziarono a cadere a dirotto. Un temporale estivo, violento e inaspettato. Si maledisse per non aver controllato le previsioni. La Basilica era troppo lontana per essere raggiunta a piedi sotto quel diluvio. L’idea di tornare indietro, un passo indietro verso la discussione con Marco, la terrorizzava più del temporale. Disperata, si ricordò di un volantino che aveva visto in un bar, con un numero di telefono e la scritta “Radio Taxi 24 – Sempre a tua disposizione”.
Componendo il numero, sentì una voce calma e professionale rispondere immediatamente. Spiegò dove si trovava e dove voleva andare, con il cuore che batteva all’impazzata. L’operatore fu cortese e rassicurante, garantendole che un taxi sarebbe arrivato in pochi minuti. L’attesa, nonostante la pioggia battente e il freddo crescente, sembrò breve. Un’auto bianca, con la scritta ben visibile sul tetto, svoltò l’angolo e si fermò di fronte a lei. Il tassista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, le tenne aperto lo sportello.
Durante il breve tragitto, Giulia si sentì al sicuro e protetta. Il calore dell’abitacolo e la conversazione distratta con il tassista, che le raccontò aneddoti sulla vita notturna bolognese, l’aiutarono a calmarsi. Arrivata in Piazza Maggiore, si sentì quasi rinata. Pagò la corsa, ringraziando il tassista per la sua gentilezza e puntualità. Le sue parole, semplici ma sincere, le diedero la forza di affrontare la notte e i suoi pensieri.
Mentre scattava foto della Basilica illuminata dalla pioggia, Giulia sentì una nuova scintilla di ispirazione. Poche ore dopo, inviò a Marco una foto che aveva scattato, un’immagine potente e suggestiva che esprimeva la sua rabbia e la sua speranza. Ricevette una risposta quasi immediata: “Bellissima foto. Forse dovremmo parlare.” Il Radio Taxi 24, più che un semplice mezzo di trasporto, le aveva regalato la possibilità di un nuovo inizio, un respiro di libertà in una notte di tempesta.

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