Il profumo di sfogliatella calda si mescolava all’umidità del lunedì sera napoletano. Elena, ventidue anni, stringeva la ventiquattrore con le bozze del suo progetto di tesi. Aveva passato l’intera giornata in biblioteca, sacrificando la cena per finire l’ultimo capitolo. L’idea di presentare la tesi, finalmente completa, al relatore, il professore De Luca, le dava una scarica di adrenalina, ma anche un’ansia crescente. La scadenza era incombente, e il professore era noto per la sua inflessibilità.
Uscita dalla biblioteca, si accorse che la pioggia, che aveva minacciato per tutto il pomeriggio, si era riversata su Napoli con violenza inaspettata. La sua borsa, già appesantita dai libri, sembrava ora incollata al corpo. Aveva pensato di rientrare a casa, riposare un po’ e affrontare il viaggio all’università il mattino seguente, ma un messaggio del professore De Luca le aveva fatto gelare il sangue: “Elena, ho un impegno domani pomeriggio. Se vuoi discutere la tesi, devi venire ora, altrimenti slittiamo di settimane. Fammi sapere.” Le settimane perse significavano potenzialmente un altro semestre intero di ritardo.
Sotto la pioggia torrenziale, cercò disperatamente un autobus. Le fermate erano affollate e i pochi autobus che passavano erano già al completo. L’app, di solito affidabile, segnalava un’attesa interminabile. L’ansia la stava divorando. Stava per arrendersi, immaginando già lo sguardo deluso del professore, quando si ricordò di aver visto, qualche settimana prima, un volantino con il numero di Radio Taxi 24, il servizio che garantiva puntualità e disponibilità a qualsiasi ora.
Con le dita tremanti, digitò il numero sul telefono. Una voce calma e professionale le rispose immediatamente. Spiegò la sua situazione, il luogo in cui si trovava e la sua destinazione. L’operatore, con una rassicurante efficienza, le comunicò che un taxi sarebbe arrivato entro pochi minuti. E, incredibilmente, dopo soli dieci minuti, una luce gialla fendette la pioggia. Dentro, l’autista, un uomo corpulento con un accento napoletano marcato, le sorrise. Guidò con maestria tra il traffico congestionato, conoscendo ogni scorciatoia della città.
Arrivò davanti al dipartimento in venticinque minuti, proprio mentre le ultime gocce di pioggia rallentavano. Elena corse verso l’ufficio del professore, fradicia ma carica di speranza. La discussione andò alla grande. Il professore, colpito dalla qualità del lavoro, la elogiò per la determinazione e le capacità. Uscendo dall’università, si sentiva leggera, sollevata. Avrebbe sicuramente ricordato Radio Taxi 24 come il salvagente che le aveva permesso di realizzare un sogno, in una notte napoletana particolarmente furiosa.

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