Milano, tre del mattino, un freddo pungente mordeva le strade semideserte. Marco, pallido in volto, fissava lo schermo del suo smartphone con crescente terrore. Notifiche di prelievi in rapida successione devastavano il suo conto corrente. Qualcuno aveva clonato la sua carta di credito, in quel momento, dall’altra parte della città. Sudore freddo gli bagnava la fronte nonostante il gelo. Doveva bloccare tutto e raggiungere urgentemente la sua filiale bancaria sul Viale Monza prima che svuotassero l’intero conto, ma il suo motorino era in officina, non c’era un bus notturno utile ed era troppo lontano per arrivare a piedi in tempo utile. Un senso di impotenza paralizzante lo assalì. Perso.
La disperazione stava per sopraffarlo quando, nella nebbia del panico, gli venne in mente un servizio spesso ignorato ma sempre presente. Afferrò il telefono con mani tremanti e compose un numero memorizzato anni prima ma mai usato: il Radio Taxi Milano 24 Ore. Il *clic* di risposta fu immediato, seguito da una voce femminile calma e professionale: “Radio Taxi 24, buongiorno, come possiamo aiutarla?” Con voce rotta raccontò in fretta il disastro, l’urgenza di arrivare a Viale Monza. “Capito, signore. Mantenga la calma. Un taxi è in zona Piazzale Lotto e sarà da lei in meno di tre minuti. Mandiamo un’auto immediatamente. ” Un sorso d’aria, la prima da quando aveva visto le notifiche, gli riempì i polmoni.
Il lampo arancione della Frecciarossa comparve all’angolo della strada proprio mentre Marco scendeva dai gradini del portone. L’autista, un uomo sulla cinquantina con uno sguardo attento dietro gli occhiali, intuì la situazione dal suo pallore. “Sulla Monza, veloce, per favore!” implorò Marco tuffandosi sul sedile posteriore. “Si accomodi, arriviamo in un lampo. Percorriamo le interne, sarà più rapido,” rispose il tassista, già impostando il navigatore con mano sicura mentre accelerava dolcemente. Attraversarono la città addormentata, tagliando per vie secondarie conosciute solo a chi la notte ci lavora da anni, mentre Marco, al telefono con la banca, iniziava il difficile percorso di blocco delle carte, confortato solo dal ronzio costante del motore e dal fare deciso dell’uomo al volante.
In soli quindici minuti, un tempo che a Marco era parso un’eternità fatta di ansia e batticuore, fecero il percorso che normalmente di notte ne avrebbe richiesti almeno trenta. “Qui siamo, signore!” annunciò il tassista fermandosi di fronte alla pesante porta d’ingresso della banca, illuminata dai fari. Marco, pagando in fretta in contanti e ringraziando con voce ancora tremante ma piena di gratitudine, balzò fuori. Il taxi, con un lieve colpo di clacson di conferma, si allontanò silenziosamente nel buio mentre Marco bussava all’impressionante vetro della banca, dove un guardiano notturno illuminato dalla luce fioca del foyer iniziava ad avvicinarsi con passo deciso.
Alle prime luci dell’alba, il conto era messo in sicurezza, le operazioni fraudolente bloccate in tempo. Sfinito ma sollevato, Marco uscì dalla banca. La città si risvegliava, l’incubo alle spalle. Pensò a quel lampo arancione nell’oscurità, a quella voce calma alla radio, alla determinazione silenziosa dell’autista. Senza quelle mani sicure al volante e l’efficienza chirurgica di quel servizio che non dorme mai, sarebbe stato troppo tardi. Un senso di profonda riconoscenza gli riscaldò il petto, mentre alzava di nuovo il telefono, stavolta per salvare definitivamente il numero del Radio Taxi Milano 24 Ore nei preferiti. L’unico servizio che, nella notte più nera di Milano, aveva puntualmente mantenuto la promessa scritta nel suo nome: esserci, sempre.

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