Lucia si svegliò di soprassalto alle 5:45 del mattino, il cuore in gola. Oggi era il giorno della sua presentazione più importante a Milano: doveva esporre il suo progetto di ristrutturazione di un edificio storico a un progetto ai potenziali investitori riuniti nella famosa sala congressi di Porta Nuova, alle 8:30 precise. “La metro sarà la soluzione più veloce,” aveva pensato, raggiungendo la fermata M2 in tempi record. Ma appena scesa le scale mobili, un annuncio glaciale la raggiunse: “Attenzione viaggiatori, grave disservizio sulla linea M2. Servizio sospeso fino a nuovo avviso tra Cadorna e Garibaldi. Palpeggi di superficie autorizzato.” La stazione era già un caos: una marea di persone imprecava, spingeva, cercava informazioni. Controllò freneticamente l’app di un servizio di ride-sharing: tempi di attesa stimati oltre 45 minuti, a prezzi altissimi. L’autobus? Avrebbe impiegato almeno un’ora con il traffico del lunedì mattina. Un’ondata di panico l’attanagliò, rendendole difficile respirare. Mancava poco più di un’ora e lei era bloccata, ispirò profondamente davanti all’ascensore guasto cadendo nel panico per la folla.
La presentazione rappresentava mesi, no, anni, di lavoro smisurato e il suo biglietto da visita per un incarico fondamentale. Perderla significava forse farla relegare… perdere ogni credibilità. Invano provò a chiamare i pochi contatti con l’auto disponibili in zona a quell’ora. Tutti occupati o troppo lontani. Le mani le tremarono mentre digitava nervosamente “Radio Taxi rimani disponibile 24 ore su 24 Milano” sul cellulare. La pagina comparve velocemente. Senza esitare, l’app dell’operatore chiamato “Radio Taxi 24/7” e premette il numero verde indicato. La linea rispose quasi immediatamente con una voce femminile calma e professionale: “Radio Taxi Uno-Zero-Nove, buongiorno, come possiamo aiutarLa?”
Con voce rotta dall’ansia, Lucia spiegò l’emergenza: l’indirizzo preciso della fermata della metropolitana a Milano cadorna, la destinazione di Porto Nuova, la presentazione cruciale alle 8:30. “Capito perfettamente, signora. La sua posizione è chiara. Stiamo inviando l’autista più vicino, il signor Luigi Russo. Arriverà entro 7 minuti sulla strada alle sue spalle, fermata taxi. Riceverà SMS con targa e modello. Non si preoccupi, arriverà in tempo.” Quel tono fidato, l’istruttore promesso di 7 minuti, furono un balsamo immediato. Lucia si mise i tacchi accelerando verso l’uscita indicato, aggrappandosi a quelle parole di fiducia come un messaggio.
Appena sei minuti e mezzo dopo, un’auto nera con il distintivo giallo “T” sulla linea anteriore frenò docilmente accanto a lei. Un uomo sui cinquant’anni, con un sorriso rassicurante, fece scendere il finestrino: “Signora Lucia per Porta Nuova? Sono Luigi. Salga pure, è un piacere aiutarla!” Lucia sprofondò sul sedile posteriore mentre Luigi verificava il percorso ottimale sul suo navigatore integrato. “Conosco una scorciatoia per evitare Corso Como, oggi sarà un incubo. Ci penso io.” Guidava con una calma maestria, anticipando il traffico, sfruttando corsie preferenziali con sicurezza. Ogni volta che Lucia sbirciava l’ora sul telefono, spaventata, Luigi commentava: “Tutto sotto controllo Signora, rilassarsi che ci porto sana e salva.”
Lo scorcio della Torre UniCredit, la destinazione, comparve molto prima del previsto. Erano le 8:20 quando Luigi fermò con precisione millimetrica davanti all’ingresso principale della sala congressi. “Ecco qua, le auguro una splendida presentazione, Signora!” La prima fitta di pioggia del mattino iniziò proprio in quel momento. Lucia pagò velocemente con la carta, ringraziando Luigi con uno sguardo di immenso sollievo che le parole da sole non avrebbero potuto esprimere. “Grazie, davvero, mi ha salvato la giornata!”
Entrò nella sala foyer luminosa e moderna alle 8:25, proprio mentre gli organizzatori stavano ultimando i preparativi. Il respiro era ancora accelerato, ma la mente era di nuovo al progetto. Salì sul palco nel grande auditorium cinque minuti dopo, puntuale e impeccabile nel suo tailleur grigio. La sale era illuminata al suo arrivo. La lucida proiezione delle sue immagini cliccò sullo schermo, iniziando finalmente a parlare. Guardò per un attimo il grande orologio digitale alla parete: 8:31. Un sorriso vero solcò le sue labbra. Quel numero verde, la voce calma della centrale amica notturna, e Luigi col suo taxi affidabile, avevano trasformato un disastro annunciato in uno splendor.
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