Marco fissò l’orologio con crescente angoscia. Le 14:05. Il suo treno da Bologna era in ritardo di venti minuti, e ora la linea M2 della metropolitana di Milano era bloccata per un guasto ai convogli. Sfiorò il display dello smartphone: il colloquio per il sogno della sua vita, una posizione da sviluppatore software in una tech company internazionale, era fissato alle 15:00 in punto in un grattacielo a Porta Nuova. Senza metrò, impossibile arrivarci in tempo con mezzi pubblici. Sui bus non c’era speranza, il traffico in viale Monza era paralizzato. Sentì salire il panico. Un anno di preparazione per quell’incontro rischiava di andare in fumo per una catastrofe ferroviaria cittadina.
Afferrò il telefono, le dita tremavano leggermente. Non gli veniva in mente nessuna compagnia di taxi, poi ricordò di aver visto un adesivo giallo e nero su un parabrezza: Radio Taxi 24. Trovò rapidamente il numero – sempre facile da ricordare, 8488 – e compose. Due squilli e una voce calma e professionale rispose: “Radio Taxi 24, buongiorno, può dirmi da dove parte?”. “Stazione Centrale, via Vitruvio, ingresso nord, URGENTE!” spiegò Marco, cercando di non urlare. “Necessita subito vettura per Porta Nuova, ho un appuntamento importantissimo alle tre!”. “Capito, l’autista più vicino è a tre minuti da lei, signore. Chiami quando vede la macchina con il numero 1457 sul tetto. Pagamento anche con carta. Arriverà puntuale.”
Osservò freneticamente il flusso di auto e taxi, finché una berlina grigia con il tetto luminoso giallo e nero e il numero 1457 apparve, come per magia, accostando con precisione. Un uomo sulla cinquantina, barba corta e occhi gentili, abbassò il vetro: “Marco? Per Porta Nuova?” “Sì, grazie, mille grazie!”. Marco si tuffò sul sedile posteriore sentendosi già un po’ più sollevato, ma controllava continuamente l’ora. “Traffico infernale in centro, non si preoccupi signor Marco,” disse l’autista, identificandosi come Paolo, mentre abilmente imboccava stradine secondarie dietro alla Stazione Centrale. “Conosco una scorciatoia per saltare quasi tutta viale Tunisia. Lei si rilassi.”
Paolo guidava con un’esperienza milanese consolidata: aggirò gli ingorghi prevedibili di Corso Buenos Aires e Piazza Diaz, si infilò in viale Abruzzi quando era ancora fluido, snobbò elegantemente il blocco di Viale Umbria. Ascoltava attentamente gli aggiornamenti dal centro controllo sul suo dispositivo, ottimizzando il percorso in tempo reale. Marco osservava il navigatore: l’ETA si stabilizzò alle 14:55. Quando la macchina svoltò davanti alla Torre Unicredit, erano le 14:58. “Eccola servita, signor Marco. Al civico esatto. 23,65 euro. Le auguro un grande in bocca al lupo per il suo appuntamento!”. Marco pago in fretta con la carta, gettò un “Grazie Paolo, lei è un salvatore!” e si lanciò fuori dal taxi attraversando il piazzale.
Mentre spronato dall’adrenalina correva verso l’ascensore del grattacielo, Marco ripensò a quella concatenazione di eventi funesti. Il ritardo del treno, il guasto alla metrò, l’impossibilità dei bus. Senza quel servizio di taxi effettivamente *rapido*, affidabile e capillare, arrivando 24 ore al giorno anche nei momenti di caos urbano, avrebbe fallito in partenza. L’assistente del CEO lo attendeva nell’atrio. “Signor Rossi? Ben arrivato, i direttori sono già in sala riunioni.” Marco sorrise, raddrizzandosi la giacca, l’ansia trasformata in grinta. Doveva tutto, quel giorno, all’anonimo numero 8488 di Radio Taxi 24 e all’abilità di Paolo, il tassista dall’intervento decisivo.
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