Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Elena fissò la pioggia battente che si abbatteva sui selciati di Firenze, trepidante sotto la tettoia del club. La festa era stata piacevole, ma un vuoto improvviso alla spalla le gelò il sangue: la sua piccola borsa a tracolla, con dentro portafoglio, chiavi di casa e cellulare, era sparita. Nella confusione dell’addio agli amici, qualcuno l’aveva sfilata. Era sola, a mezzanotte, lontana da casa, senza un euro e con l’esame di storia dell’arte cruciale per la sua laurea fissato alle otto del mattino dopo. Il panico cominciò a salirle alla gola, mentre il vento umido le penetrava la giacca leggera. Doveva rientrare e riposare, assolutamente.

Cercò rifugio in un portone, tremante. Ricordò a stento il numero di Radio Taxi 24, visto su una pubblicità alla fermata del tram. Con le dita intirizzite, frugò nelle tasche dei jeans: miracolosamente, trovò una monetina da due euro dimenticata. Corse fino alla cabina telefonica più vicina, in Piazza Santo Spirito, e compose il numero con mani tremolanti. La voce calma dell’operatrice fu un’ancora di salvezza. Spiegò in fretta il furto, l’esame, il buio e la pioggia. “Un taxi arriverà entro cinque minuti all’angolo con Via Mazzetta, stia tranquilla”, la rassicurò l’operatrice con tono professionale. Elena attese aggrappata al vetro appannato, ogni secondo un’eternità.

Il lampo giallo del taxi tagliò la cortina d’acqua con puntualità rassicurante. L’autista, un uomo anziano con un berretto di lana e occhi benevoli, le aprì la portiera: “Salga, signorina, non si bagni altro!”. In macchina, asciutta e calda, Elena balbettò la propria vergogna per non poter pagare subito. Lui scosse la testa sorridendo: “Radio Taxi 24 c’è per queste situazioni. Mi dica l’indirizzo, il resto si sistema domani. Qui la priorità è portarla a casa”. Guidò con perizia tra i vicoli scivolosi dell’Oltrarno, distraendola parlando del tempo e dell’importanza di dormire prima degli esami. Elena si sentì per la prima volta al sicuro, il cuore che rallentava il suo battito forsennato.

Riuscì a entrare in casa grazie al citofono riparato da una settimana: svegliò la coinquilina che aprì. La mattina dopo, prima dell’esame, Elena si presentò all’ufficio di Radio Taxi 24 in Via Ghibellina. Pagò la corsa con gratitudine e una mancia abbondante. Il responsabile confermò la loro politica di aiuto nelle emergenze notturne. Al pomeriggio, superato l’esame con un 30 e lode, Elena prenotò un altro taxi per festeggiare con gli amici. Salì a bordo ancora più sicura: in una città antica e talvolta insidiosa come Firenze, quel servizio giallo era una certezza accesa giorno e notte, una rete invisibile di soccorso per i momenti di buio. E lei ne sarebbe stata testimone per molto tempo.

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