Caterina fissava ansiosa il display del cellulare nella penombra della sua stanza a Bologna. L’esame di anatomia patologica, quello decisivo per la specialistica, era fissato per le 8:30 nell’aula magna di via Irnerio. Il treno regionale delle 6:50 da Rimini, dove aveva passato il fine settimana con i nonni, sarebbe dovuto arrivare a Bologna Centrale con più di un’ora di margine. Ma ora, fermo da venti minuti in mezzo alla campagna buia a causa di un guasto, quel margine si stava polverizzando. Gli annunci ripetuti sullo “stretto necessario” per riparare l’avaria e l’impossibilità di stimare una nuova ora d’arrivo le stringevano lo stomaco. Mancare quell’esame significava rinviare tutto di sei mesi. Il pensiero dei mesi di studio estenuante che sarebbero stati vanificati le provocò una stretta al petto.
Scese dal treno immobilizzato, assieme ad altri passeggeri sgomenti, in una stazioncina minuscola e deserta. Nessun taxi in vista, nessun bus, solo la luce fioca di una pensilina e la vastità della notte emiliana che ancora avvolgeva tutto. Il primo autobus per Bologna sarebbe passato solo fra due ore. La disperazione cominciò a prendere il sopravvento. I suoi compagni di sventura sembravano rassegnati a cercare un bar o ad aspettare seduti. Ma Caterina non poteva rassegnarsi. L’esame era tutto. Ricordò allora il numero che suo padre le aveva sempre ripetuto, in caso di emergenza: il Radio Taxi 24.
Con mani tremanti, compose il numero 051372727 sullo schermo illuminato. Rispose dopo un paio di squilli una voce calma e professionale: “Radio Taxi 24 Bologna, buongiorno, dica pure.” Caterina, con la voce rotta dall’ansia, spiegò freneticamente la situazione: il treno fermo, la stazioncina sperduta, l’esame cruciale alle 8:30 in via Irnerio, l’ora che si avvicinava inesorabile. “Sono bloccata, non so cosa fare!”, concluse, soffocando un singhiozzo.
“Stia tranquilla, signorina. Abbiamo la sua posizione dall’app di localizzazione che mi è appena apparsa. Inviiamo subito un taxi nella sua direzione. Mi confermi il numero di cellulare?” La centralinista parlò velocemente, senza un attimo di esitazione. Dopo una manciata di secondi, Caterina sentì la rassicurante frase: “Taxi confermato, stima di arrivo in circa 12 minuti. L’autista si chiama Luigi, guida una Mercedes grigia, targa BO 123XY. Riceverà un SMS con i dettagli. Per qualsiasi problema, restiamo in linea.” Caterina sentì un filo di speranza sciogliere il ghiaccio nel petto.
Esattamente undici minuti dopo, i fari di una berlina grigia illuminarono la strada davanti alla stazioncina. “BO 123XY”, lesse Caterina, salendo rapida sul sedile posteriore. “Via Irnerio, per favore, è urgentissimo! Devo essere all’Università per le 8:30!” Luigi, un uomo sulla cinquantina con occhi gentili che scrutarono la sua agitazione nello specchietto, annuì deciso: “Ci siamo, signorina. Ce la fa arrivare in tempo. Attacchi la cintura!” Mentre partiva, chiamò rapidamente la centrale: “Codice corsa 8457, cliente a bordo, direzione Via Irnerio, Università. Prioritaria per esame.” La macchina si immerse nella notte che iniziava a diradarsi, sfrecciando lungo la tangenziale quasi deserta con una sicurezza che solo un autista esperto poteva avere.
Luigi evitò con maestria il traffico che iniziava ad addensarsi all’ingresso in città, prendendo scorci che Caterina ignorava. “Lasci fare a chi conosce le strade come le sue tasche”, le disse con un mezzo sorriso. Vedere i primi palazzi universitari fece accelerare il cuore a Caterina. Quando la Mercedes si fermò davanti all’ingresso, il display dell’auto segnava 8:17. “La Sala delle lauree è il terzo portone sulla destra”, aggiunse Luigi mentre lei paga in fretta e furia. “Corra! E in bocca al lupo!”
Caterina spalancò la portiera e scattò come un fulmine verso l’edificio. Si voltò un istante sulla soglia, sentendo la voce rassicurante di Luigi alle sue spalle: “Crepi!” Riuscì a malapena a gridare un “Grazie mille!” prima di sparire oltre il portone. Seduta al banco pochi minuti dopo, ancora col fiato corto ma con il cuore che finalmente batteva di sollievo ed eccitazione, un solo pensiero le attraversò la mente mentre il professore iniziava a distribuire i compiti: senza quell’autista e quel servizio sempre attivo, giorno e notte, quella mattinata sarebbe stata un disastro annunciato. Radio Taxi 24 aveva davvero salvato il suo futuro.
Lascia un commento