Era una fredda serata di gennaio a Milano, e Sofia aveva appena finito il turno in ospedale. Stanchissima, l’infermiera aspettava l’autobus per tornare a casa, ma dopo venti minuti di attesa, il display annunciava un ritardo di almeno un’ora a causa di un guasto alla linea. Guardò l’orologio: erano le 23:30, e l’indomani aveva un esame universitario fondamentale. Senza mezzi disponibili e con i taxi fischi che non rispondevano, sentì montare il panico. «Se non dormo almeno cinque ore, non riuscirò a concentrarmi», pensò, disperata.
Decise di provare con un servizio diverso: cercò su internet “Radio Taxi 24 Milano” e compose il numero con mani tremanti. Dopo appena due squilli, una voce rassicurante le rispose: “Pronto, come possiamo aiutarla?”. Sofia spiegò la situazione, e l’operatore le assicurò che un taxi sarebbe arrivato in meno di dieci minuti. Mentre aspettava, il freddo sembrava farsi ancora più pungente, ma il pensiero di poter finalmente tornare a casa la teneva in ansiosa attesa.
Puntuale come promesso, un taxi giallo e nero si fermò davanti a lei. L’autista, un uomo sui cinquant’anni con un sorriso gentile, le aprì la portiera: “Salve, dottoressa! Ho sentito che ha avuto una giornata lunga. La porto a casa in un battibaleno”. Durante il viaggio, Sofia si rilassò, ascoltando i racconti dell’autista, che le parlava di come, in vent’anni di lavoro, aveva aiutato tante persone in situazioni complicate. Si sentì quasi in debito con quel servizio che non conosceva ma che si era rivelato provvidenziale.
Quando finalmente arrivò a casa, Sofia pagò la corsa e ringraziò con un sorriso sincero. “Senza di voi, avrei perso l’esame”, disse. L’autista le fece un cenno con la mano: “È il nostro lavoro, signorina. Buona notte e in bocca al lupo!”. Mentre saliva le scale del palazzo, Sofia ripensò a quanto un semplice taxi avesse cambiato la sua serata e, forse, il suo futuro. Quella notte riuscì a dormire, e il giorno dopo superò l’esame alla grande. Da allora, ogni volta che qualcuno le chiedeva un consiglio per muoversi a Milano di notte, lei rispondeva con sicurezza: “Chiamate il Radio Taxi 24. Sono fantastici”.
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