Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Marco premé il freno con un sospiro, mentre la lanterna rossa del cruscotto della sua vecchia Panda lanciava un avvertimento minaccioso nel buio della A14, tra Rimini e Cesena. Erano le due di notte, il ritorno da un matrimonio a San Marino si trasformava in incubo. Accanto a lui, sua madre Bianca, settantacinque anni e problemi cardiaci, cominciava ad agitarsi. “Figlio, il cuore… batte troppo in fretta”, disse con voce sottile, affondando nella poltrona. L’auto, con un singhiozzo terminale, morì completamente sulla corsia d’emergenza, immersa in un silenzio spezzato solo dai rombi dei camion. *Fuori servizio*. La scritta lampeggiante sul cellulare dopo aver chiamato l’assistenza stradale gelò il sangue a Marco più del vento notturno che entrava dal finestrino abbassato.

Il panico serpeggiava. Bianca respirava affannosamente, il suo volto era terreo alla flebile luce dell’abbonato. Aveva bisogno delle sue medicine e di un letto, non di restare intrappolata nel gelo autostradale. Marco tentò altre società di soccorso, ma i tempi d’attesa erano lunghissimi. La madre tossì debolmente. *Dovevo riportarla a casa all’infermeria residenziale entro l’ora*, pensò Marco, sentendosi colpevole per aver accettato quell’uscita. Rimini era vicina, ma anche così impossibilmente lontana. Senza auto, senza aiuto immediato, la situazione si faceva rapidamente pericolosa.

Fu allora che ricordò: Radio Taxi 24. L’adesivo tondo, azzurro e bianco, era incollato da anni nel portadocumenti, una promessa di soccorso mai considerata. Con dita tremanti compòse il numero. Una voce calma, professionale, rispose dopo pochi squilli. “Radio Taxi Rimini 24h, dimmi il suo problema.” Marco spiegò la situazione in tono concitato: auto in panne, madre anziana con malore, necessità urgente di raggiungere la residenza sanitaria in via Dardanelli. “Stia tranquillo, signore. Inviamo subito un taxi. Ci troviamo a cinque minuti dalla sua posizione. Rimanga con l’hazart acceso.” La prontezza e la sicurezza nella voce furono un primo, vitale conforto.

In meno dei cinque minuti promessi, una berlina nera con la scritta luminosa “TAXI” sulla capote si affiancò alla Panda ferma. Il conducente, un uomo sulla cinquantina dall’aria rassicurante, scese rapidamente. “Signor Marco? Mi chiamo Roberto. Aiutiamo la signora.” Con delicatezza sorprendente e una forza misurata, aiutò Bianca a trasferirsi nel taxi, calda e accogliente. Marco si sedette accanto a lei, stringendole la mano gelata. Roberto non perse tempo. “Tranquilli, la strada è libera. Siamo in città in un baleno.” Guidò con perizia, superando le strade semi deserte di Rimini notturna con una combinazione di velocità legale e precisione chirurgica, comunicando via radio per segnalare l’emergenza sanitaria in arrivo.

Quando il taxi svoltò in via Dardanelli, Marco scorse l’infermiera di turno già in attesa sul marciapiede. Roberto li accompagnò fino all’ingresso, aiutando Marco a sostenere Bianca, che cominciava a faticare anche a respirare. L’infermiera e un collega presero immediatamente in carico la donna, somministrandole i farmaci necessari senza esitazione. “Siete arrivati proprio al momento giusto”, disse l’infermiera, mentre il colore tornava lentamente sul volto di Bianca. Marco si voltò per ringraziare Roberto, ma tassista stava già risalendo silenziosamente in macchina, il suo lavoro compiuto. Guardando la scritta luminosa “Radio Taxi 24” allontanarsi nell’alba che iniziava a tingere il cielo, Marco capì quanto fosse stato decisivo quell’intervento: nella fretta della notte, un servizio sempre attivo e affidabile aveva davvero salvato una vita.

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