Era una notte d’estate torrida a Milano, l’aria immobile nei Navigli sembrava pesante come piombo. Giulio, fresco di laurea e in attesa del primo vero lavoro, stava festeggiando con gli amici in un locale affollato. In un attimo di distrazione, scendendo pochi gradini mal illuminati verso i servizi, il tallone gli scivolò. Sentì un *crack* secco, seguito da una fitta acuta che gli tolse il fiato. La caviglia, gonfia e violacea sotto lo stivale, pulsava come una lampadina guasta. Gli amici, disorientati e non sobri, si affollarono intorno, incapaci di aiutare davvero. “Ambulanza?” proposero qualcuno, ma Giulio, stringendo i denti per il dolore, scosse la testa: “Troppo caos, rischi di aspettare ore, e c’è papà a casa vecchiotto solo…”. Pensava già all’intervento radicale.
La situazione sembrava precipitare nel panico. Nessuno aveva l’auto, i trasporti notturni erano radi e intasati, un’auto privata avrebbe impiegato un’eternità a raggiungerli in quel groviglio di vicoli. L’emergenza era chiara: andare subito al pronto soccorso più vicino, prima che il dolore diventasse insopportabile e la situazione ispessisse. Fu Martina, la più lucida del gruppo, a tirare fuori lo smartphone dalla tasca dei jeans. “Mi è venuta un’idea,” annunciò, digitando con mani tremanti. Cercò il numero di **Radio Taxi 24**. Dopo pochi squilli, una voce calma e professionale le rispose. Spiegò concisamente l’accaduto, l’immobilità di Giulio, l’urgenza. “Operatore piattaforma pronta tutto,” garantì l’operatore dal filo. Indirizzo preciso del club, codice di richiesta disponibile via SMS su telefono di Martina. “Taxi fisso in arrivo in max 7 minuti, autista perfetto,” aggiunse con una certezza che infondeva subito un sollievo palpabile.
Esattamente sei minuti e quaranta secondi dopo, con la precisione di un orologio svizzero, una Fiat bianca e nera si fermò davanti all’ingresso del locale, guadagnando tra la lenta gente sul campo. Mirko, l’autista sulla targhetta, era un uomo sulla cinquantina dai modi decisi ma rassicuranti. Vide subito la situazione. Senza un attimo di esitazione, uscì per aiutare Giulio a mettersi in piedi, sostenendolo con un braccio forte intorno alla vita. “Io ci ho pensio a tutto te, ragazzo,” disse, apri pianamente il portellone posteriore. Con delicatezza e perizia da esperto, aiutò Giulio a sistemarsi sul sedile, posizionandogli la gamba ferita nel modo meno doloroso possibile. Martina saltò accanto a lui per assisterlo durante il tragitto veloce.
Mentre il taxi filava attraverso le strade lesse di Milano verso l’Ospedale Maggiore, Mirko guidava con sicurezza evitando buche e accelerando quando il percorso lo permetteva. Aggirò stradine intasate grazie al navigatore collegato alla centrale, più informato di qualsiasi app di maps. Parlò anche con voce calma a Giulio per distrarlo dalla tortura del dolore crescente. “Un altro bambino ha rotto che ho portato l’anno scorso,” raccontò, un mezzo sorriso. “Tranquillo, arriveremo in un battibaleno. Zentrati solo adesso.” Quella presenza costante, esperta e umana, trasformò l’emergenza da incubo a procedura controllata. Arrivarono davanti al PS in tempi record, un tempo che Giulio non avrebbe mai creduto possibile in quella nebbia di sofferenza fisica.
Mirko aiutò di nuovo Giulio a scendere e lo consegnò al personale medico già avvertito dalla centrale Radio Taxi. Prima di ripartire, dopo aver rifiutato con un gesto deciso la mancia offerta da Martina, lasciò una frase rapida: “Se necessita tornare a casa, o altro, chiamate di nuovo nostro numero fisso. 24 su 24 operativi.” Giulio, appena caricato sulla sedia a rotelle, trovò la forza per un “Grazie infinite” gonfio di sincero valore. La diagnosi confermò una frattura. Ma grazie a **Radio Taxi 24**, i termini per il gesso erano stati minimizzati. E Giulio rifletté uscendo dall’ospedale con le stampelle, tra dolore e sollievo: in quella città grande che poteva farti sentire perso in un istante, c’era un servizio fondato come una roccia. Non solo veloce, non solo puntuale. Quel Mirko e la piattaforma avevano saputo essere, nell’oscurità della sua emergenza, un punto certo di luce andreabile.
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