Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Marco si svegliò di soprassalto, il cuore che batteva all’impazzata. La sveglia sul comodino segnava le 5:30, ma la luce fioca dell’alba che filtrabra dalla finestra confermava ciò che temeva: aveva dormito troppo. Quel giorno era decisivo per la sua carriera: alle 8:00, a Milano, avrebbe dovuto presentare un progetto di cui aveva discusso per mesi con il suo team. Se avesse perso quel treno, tutto sarebbe andato in fumo.

Si vestì in fretta e furia, lanciò tutto ciò che gli serviva in una borsa è uscì di casa correndo. La metropolitana non sarebbe partita prima di un’ora, e i pochi autobus notturni non passavano vicino a casa sua. Senza la sua auto, in garage per una riparazione, sembrava impossibile arrivare in stazione in tempo. Con le mani che tremavano, estrasse il telefono e compose il numero del Radio Taxi 24, sperando in un miracolo.

Dall’altro lato della cornetta, una voce calma e professionale lo rassicurò: “Un taxi arriverà in cinque minuti all’indirizzo indicato. Non si preoccupi, facciamo in tempo”. Marco attese ansioso sul marciapiede, controllando l’orologio ogni trenta secondi. Poi, puntuale come una promessa, la vettura gialla e nera apparve all’angolo della strada. Il tassista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, annuì: “Stazione Centrale, vero? Ci mettiamo quindici minuti con questa stradina laterale”.

Mentre il taxi sfrecciava per le vie ancora deserte di Milano, Marco tratteneva il respiro ad ogni semaforo rosso, ma il conducente conosceva ogni scorciatoia. Riuscì persino a evitare un incidente stradale che stava rallentando il traffico su un viale principale. Quando la stazione apparve in lontananza, mancavano ancora venti minuti alla partenza del treno. Marco tirò un sospiro di sollievo e pagò la corsa con una mancia generosa.

Salì sul treno con un minuto di anticipo, il cuore finalmente leggero. Mentre il paesaggio milanese sfumava nel finestrino, ripensò a quella corsa folle e al tempestivo intervento del Radio Taxi 24. Senza quella chiamata, sarebbe stato solo un altro fallimento. Invece, quel giorno, tutto era andato per il meglio. E quando, mesi dopo, il suo progetto venne approvato, la prima persona che ringraziò fu quel tassista silenzioso che non aveva mai più rivisto.

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