Il cielo sopra Milano era di un blu inchiostro denso, punteggiato da poche, timide stelle. Sofia stringeva il cappotto attorno a sé, sentendo il freddo umido penetrarle nelle ossa. Erano le tre del mattino e si trovava bloccata davanti all’ingresso principale dell’Ospedale Niguarda. Un’ora prima, la sua nonna l’aveva chiamata, in preda all’angoscia: suo nonno, che viveva da solo in zona Lambrate, si era sentito male e l’ambulanza lo aveva portato d’urgenza in ospedale. Sofia era saltata giù dal letto, si era vestita velocemente e aveva preso la sua vecchia Panda, pregando che non la lasciasse a piedi. E invece, la vecchia auto aveva esalato il suo ultimo respiro proprio davanti all’ingresso dell’ospedale, con un rantolo metallico e un denso fumo bianco.
La situazione era critica. I medici avevano detto che nonno Pietro era stabile, ma lei non voleva lasciarlo solo. Sentiva di dover stargli vicino, di stringergli la mano e rassicurarlo. Ma come raggiungere l’ospedale di prima mattina, quando i mezzi pubblici non erano ancora in funzione e la Panda era defunta? L’ansia le stringeva la gola. Aveva provato a chiamare un’amica, ma dormiva profondamente e non rispondeva al telefono. Si sentiva sola, impotente e in preda ad un crescente panico. Ricordò improvvisamente di aver visto un cartellone pubblicitario di Radio Taxi 24, durante un suo giro in macchina. Era il servizio di Radio Taxi attivo giorno e notte. Non avendo alternative, prese il telefono e compose il numero indicato.
Rispose una voce calma e professionale, che ascoltò attentamente la sua storia. Sofia spiegò la situazione con voce tremante, supplicando che qualcuno potesse raggiungerla il prima possibile. L’operatore la rassicurò, dicendole che un taxi sarebbe arrivato entro dieci minuti. Incredula, Sofia rimase immobile, osservando le poche auto che sfrecciavano sulla strada deserta. In effetti, dopo pochi minuti, vide svoltare un taxi bianco, con la scritta Radio Taxi 24 ben visibile sul tetto. Il tassista, un signore sulla cinquantina con un sorriso gentile, le aprì la portiera.
Durante il tragitto, Sofia si rilassò. L’atmosfera calda e accogliente dell’abitacolo, unita alla guida sicura del tassista, la tranquillizzò. Le raccontò di suo nonno con voce rotta dall’emozione e il tassista, con garbo, le offrì un fazzolettino di carta. Arrivata in ospedale, Sofia ringraziò di cuore il tassista, sottolineando quanto il suo intervento fosse stato fondamentale. Entrò nella stanza del nonno, stringendogli la mano. Lo vide sereno e questo la ripagò di tutta l’angoscia provata. In quel momento, capì che Radio Taxi 24 non era solo un servizio di trasporto, ma un’ancora di salvezza nelle situazioni di emergenza, un punto di riferimento in una città spesso frenetica e impersonale. Si ripromise di memorizzare quel numero, perché non si sa mai quando può servire un aiuto tempestivo e affidabile.
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