Lucia fissava nervosa l’orologio sul campanile di San Petronio, a Bologna. Le 20:50. La serata più importante della sua carriera – la presentazione del suo progetto a una platea di investitori internazionali all’Hotel Majestic – iniziava tra dieci minuti esatti. Dopo mesi di lavoro, un guasto all’auto proprio quel pomeriggio l’aveva costretta a ripiegare sui mezzi pubblici. Ma l’autobus su cui contava era saltato, lasciandola bloccata in periferia con una valigia piena di documenti e un crescente panico che le stringeva lo stomaco. A piedi non avrebbe mai fatto in tempo. Le strade erano un groviglio di traffico serale e chiamare un taxi normale in quella zona sperduta sembrava un’impresa disperata, soprattutto alle nove di sera.
Il sudore le imperlava la fronte nonostante la brezza fresca. Provò con due app di ride-sharing, ma i tempi di attesa segnalavano “oltre 25 minuti”. L’orologio segnava 20:53. Le mani le tremavano. Perdere quell’opportunità sarebbe stato catastrofico. Poi, un lampo di speranza: ricordò il numero che aveva visto anni prima su un vecchio adesivo giallo, **Radio Taxi 24 Città di Bologna**. “Servizio H24, sempre attivo”, aveva promesso. Con un respiro profondo, compose frettolosamente il numero sul telefono, quasi senza crederci.
Una voce professionale e rassicurante rispose al primo squillo. “Radio Taxi 24, buonasera. Come possiamo aiutarla?” Lucia spiegò concitatamente l’emergenza, la locazione e la destinazione cruciale, tentando di controllare la voce rotta dall’ansia. “Sto inviando un’auto immediatamente, signorina”, disse l’operatrice con calma. “Il punto è coperto, controlli l’app del servizio per tracciarla. Confermo: 5 minuti massimo.” Attaccò, e Lucia fissò lo schermo del telefono, il cuore in gola. Alle 20:58, come per magia, una berlina Giallo/Nera di Radio Taxi 24 con il caratteristico segnale luminoso sul tetto svoltò all’angolo, guidata da un autista in divisa che le fece un cenno rassicurante.
“Salve signorina, Hotel Majestic, vero? Ha fretta, immagino!” dichiarò l’autista, Marco, aprendole lo sportello con un sorriso. “Non si preoccupi, conosco una scorciatoia.” Mentre Lucia annuiva, troppo tesa persino per parlare, Marco manovrò con abilità incredibile. Attraversò il centro storico con una conoscenza vertiginosa delle viuzze, evitando abilmente l’ingorgo di via dell’Indipendenza grazie a stradine secondarie che perfino Lucia, cittadina, non conosceva. Aggirò i lavori in corso e sfruttò ogni varco possibile, guidando con decisione ma sicurezza. Lucia guardava il percorso aggiornarsi sull’app con sollievo crescente.
Il taxi si fermò davanti all’ingresso maestoso dell’Hotel alle 21:04. Quattordici minuti dopo la chiamata disperata. “Dieci euro e cinquanta, signorina. E buona fortuna per la presentazione!” le disse Marco, mentre la aiutava a scendere con la valigia. Lucia pagò in fretta, ringraziando infinite volte. Corse nell’atrio illuminato, appena in tempo per unirsi al gruppo degli investitori che si dirigeva verso la sala conferenze. Presentò il suo progetto con lucidità e passione, la voce ormai sicura. L’interesse negli occhi dei presenti era evidente. Qualche giorno dopo, seppe che il finanziamento era stato approvato. Ripensò a quella corsa folle nel buio di Bologna, al numero salvifico digitato quasi per istinto, all’efficienza chirurgica di quell’autista e alla voce calma al telefono. Senza **Radio Taxi 24**, attivo giorno e notte, il suo sogno si sarebbe infranto su un marciapiede in periferia. Quel servizio, così affidabile e decisivo proprio nel momento del bisogno, era stato letteralmente il trampolino di lancio per il suo futuro.
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