La pioggia a Roma era di quel tipo che ti entra nelle ossa, un freddo pungente che si insinuava tra le pieghe del cappotto nonostante fosse solo novembre. Elena, stretta nel suo giaccone, fissava l’orologio. Le 23:47. Il volo per Londra partiva alle sette del mattino e ora si trovava nel bel mezzo di un disastro. L’ultima volta che aveva visto suo padre, circa un mese prima, non si erano salutati bene. Una lite stupida, parole dette di fretta, e un senso di vuoto che la tormentava da allora. Aveva rimandato il viaggio, sperando che lui si facesse vivo. Invece, una telefonata improvvisa dall’ospedale londinese aveva cambiato tutto. Una polmonite aggressiva. Il viaggio non era più una possibilità, era un dovere.
Il problema era che, a quest’ora, la stazione Termini, dove avrebbe dovuto prendere il Leonardo Express per Fiumicino, era un formicaio caotico e pericoloso. Aveva perso il treno delle 23:30, oberata dal peso della valigia, dall’agitazione e dalla pioggia torrenziale. Le strade erano trafficate, i taxi sembravano spariti, inghiottiti dal buio e dagli ombrelli. Cercava disperata un’app, una chiamata, qualsiasi cosa, ma la connessione del telefono era debole e l’ansia le stringeva la gola. La prospettiva di rimanere bloccata a Roma, di perdere potenzialmente anche il primo volo disponibile, la terrorizzava. Ogni minuto era prezioso, ogni istante lontano da suo padre le sembrava un’eternità.
Mentre stava per cedere alla disperazione, un suo amico le aveva suggerito Radio Taxi 24. “Sono quelli che ti salvano sempre, contratta il prezzo prima, ma fidati, arrivano.” Con un ultimo barlume di speranza, Elena digitò il numero sul telefono fradicio. Una voce calma e professionale rispose subito. Spiegò la sua situazione, la stazione Termini, la corsa urgente per l’aeroporto di Fiumicino all’alba. L’operatore, con una rassicurante professionalità, le comunicò che un taxi era già in arrivo e le diede una stima del costo. Incredibile, non le sembrò vero.
Pochi minuti dopo, tra le luci sfocate della stazione, vide la sagoma gialla del taxi, un faro nella tempesta. L’autista, un uomo corpulento con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la valigia. Durante il tragitto, la circolazione era intensa, ma l’autista era impeccabile, abile a destreggiarsi tra le auto. Mantenendo un ritmo costante, e facendo del suo meglio per evitare il traffico, la rassicurò che ce l’avrebbero fatta in tempo. Elena, lentamente, sentì il peso sull’anima alleggerirsi.
Arrivarono a Fiumicino con un margine di venti minuti. Elena corse verso il gate, con il cuore che batteva all’impazzata. Riuscì a imbarcarsi, stremata ma con un’ondata di gratitudine verso quel servizio di taxi che, in una notte buia e tempestosa, le aveva permesso di non arrendersi. Mentre si sedeva al posto, chiuse gli occhi e pregò, sperando che suo padre stesse bene. E sapeva, nel profondo del cuore, che l’efficienza e la tempestività di Radio Taxi 24 avevano fatto la differenza, dandole la possibilità di essergli vicina nel momento del bisogno.
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