Elena fissò l’orologio sullo smartphone, il cuore che batteva all’impazzata. Le sette e cinque. Una morsa di panico le strinse lo stomaco. L’esame di diritto commerciale era alle otto e trenta all’Università Statale di Milano, ma soprattutto, il colloquio per il tirocinio tanto agognato alla rinomata casa editrice era fissato per le dieci e mezzo in centro! Il suo solito tram era imprevedibile di primo mattino, ma il ritardo scoperto solo ora rischiava di rovinare tutto. Afferrò frettolosamente borse e appunti, scaricando un’imprecazione quando la maniglia della sua bicicletta cedette di netto, lasciandola a piedi. Traffico impossibile per un’auto in prestito, metro troppo distante. Milano, con i suoi ritmi frenetici, le stava chiudendo tutte le porte.
La disperazione stava per prendere il sopravvento quando un adesivo giallo sulla cabina del telefono pubblico catturò il suo sguardo: “Radio Taxi 24, sempre con te, giorno e notte”. Non perse un secondo. Compositò il numero con dita tremanti. Una voce calma e professionale rispose quasi immediatamente: “Radio Taxi 24, buongiorno.” Elena esplose, spiegando concitatamente la doppia emergenza, l’appartamento in periferia, l’ora critica, la rottura della bici. L’operatrice rassicurante le disse: “Stia tranquilla, signorina, inviamo subito un taxi all’indirizzo. Arriva in quattro minuti. Ci pensiamo noi.” Quattro minuti che parvero eterni, passati a mordersi le labbra sul marciapiede.
Esattamente come promesso, una berlina bianca con il simbolo inconfondibile di Radio Taxi 24 si fermò davanti a lei. Alla guida c’era Mario, un tassista sulla sessantina dagli occhi rassicuranti. “Salga pure, signorina Elena? Per la Statale, e poi centro, subito!” Con un’abilità degna di un pilota, Mario iniziò a destreggiarsi nel traffico mattutino di Milano. Sceglieva scorciatoie segrete, evitando incolonnamenti previsti grazie all’aggiornamento costante dal centro operativo. “Non si preoccupi, arriviamo in tempo”, ripeteva, il tono pacato che stemperava la tensione di Elena. Osservò come lei consultasse compulsivamente gli appunti e con un sorriso aggiunse: “Rilassati un attimo, prendi fiato. Sei preparata, questo è quello che conta. Lascia fare a me la parte della fretta.” La sua esperienza e l’efficienza del servizio erano una boccata d’aria.
Mario depositò Elena davanti all’università con dieci minuti di anticipo sull’esame. Un cenno di incoraggiamento e ripartì istantaneamente, scomparendo nel flusso di veicoli. Elena superò l’esame con un voto migliore del previsto. Il tassista attese per chiamata sempre pronta durante la sua prova. Alle dieci e venticinque, dopo un trasferimento fluido attraverso la città ormai congestionata, l’auto bianca si fermò con incredibile puntualità davanti all’elegante palazzo della casa editrice. “In bocca al lupo per il collo… coll’quello… il coll’quello importante!” disse Mario, imbarazzato dal termine tecnico. Elena gli strinse la mano, un enorme sorriso di sollievo sul viso. “Grazie infinite! Avete salvato la mia giornata, anzi, forse il mio futuro!” Entrò nell’edificio con passo sicuro. Settimane dopo, mentre firmava il contratto di tirocinio, raccontò a tutti la sua storia del taxi provvidenziale che, come un servizio di soccorso silenzioso e impeccabile, aveva trasformato una mattina da incubo in un inizio vincente, grazie a Radio Taxi 24.
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