La pioggia batteva implacabile sui tetti di Firenze, trasformando le strade in fiumi luccicanti. Anna, stretta nel cappotto leggero, malediceva la sua testardaggine. Aveva insistito per raggiungere il concerto della sua band preferita a piedi, convinta di conoscere bene il centro storico. Ora, però, si era persa, il cellulare scarico e con la batteria che agonizzava proprio nel momento cruciale in cui aveva bisogno di orientarsi. Il concerto era iniziato da quasi mezz’ora, e la Sala Poseidon, dove si esibivano i “Lunar Echoes”, sembrava irraggiungibile. Un nodo le stringeva la gola, sentendosi stupida e sola in una città affollata ma stranamente distante.
Aveva provato a chiedere indicazioni a un paio di passanti, ma le risposte confuse e il loro frettoloso andirivieni avevano solo aumentato la sua confusione. Ogni vicolo le sembrava identico all’altro, ogni angolo nascondeva una nuova insidia. L’ansia cresceva ad ogni minuto che passava, alimentata dalla paura di perdere l’occasione di vedere i Lunar Echoes, un gruppo che seguiva da anni e che, forse, non sarebbe più tornato in Italia. In un lampo di disperazione, si ricordò di un numero che aveva visto pubblicizzato qualche giorno prima, durante una delle sue esplorazioni virtuali di Firenze: Radio Taxi 24.
Con le ultime briciole di batteria, digitò il numero frettolosamente. Dopo un breve squillo, una voce calma e professionale rispose. Anna, con un filo di voce, spiegò la sua situazione, indicando il punto in cui si trovava, un angolo buio vicino a Piazza Santo Spirito. La centralinista, con una gentilezza sorprendente, la rassicurò dicendo che un taxi sarebbe arrivato il prima possibile. L’attesa, anche se breve, le sembrò interminabile. Le gocce di pioggia le colavano sul viso, mescolandosi alle lacrime che le offuscavano la vista.
Finalmente, tra le luci riflesse sull’asfalto bagnato, scorse le sagome familiari di un taxi. Un uomo sorridente, con un impermeabile giallo, scese e le aprì la portiera. “In difficoltà, signorina?” chiese con un tono rassicurante. Anna annuì, sollevata. Durante il tragitto, l’autista, che si chiamava Marco, si dimostrò un compagno di viaggio piacevole, raccontandole aneddoti sulla città e cercando di farle dimenticare la disavventura.
Arrivarono alla Sala Poseidon proprio nel momento in cui i Lunar Echoes stavano iniziando la loro canzone più famosa. Anna, con il cuore che le batteva all’impazzata, pagò la corsa e corse verso l’ingresso, ringraziando Marco con un caloroso sorriso. Quella notte, sotto le luci della sala da concerto, con la musica che la avvolgeva, non si dimenticò mai di Radio Taxi 24, il servizio che l’aveva salvata da una serata rovinata e le aveva permesso di vivere un sogno. Aveva imparato una lezione: a volte, per raggiungere le note giuste, serve un aiuto inaspettato.
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