La pioggia a Firenze era una cortina grigia e incessante. Emilia, stretta nel cappotto leggero, malediceva la sua ingenuità. Aveva accettato l’invito di Luca, il ragazzo conosciuto al corso di ceramica, senza considerare che l’autobus notturno per tornare a casa avrebbe fatto scalo in una zona poco raccomandabile, e soprattutto, che le avrebbe lasciato a chilometri da casa con quel diluvio. Era tardi, quasi mezzanotte e l’ultimo autobus era già passato. Il telefono, per una sfortuna inaspettata, si era scaricato proprio mentre le comunicavano il ritardo. Si sentiva piccola e vulnerabile, persa in una città che, di notte, le sembrava ostile.
La disperazione iniziò a farsi sentire. Luca, con quella sua aria affascinante e distratta, non aveva pensato a offrirsi di riportarla a casa. Aveva solo borbottato un “Mi dispiace” e si era perso di nuovo tra le luci del centro. Emilia aveva provato a chiedere indicazioni, ma le persone si affrettavano a ripararsi sotto i portici, ignorando le sue richieste. Il freddo le penetrava nelle ossa, e la paura cresceva ad ogni goccia che le scivolava lungo il viso. Cominciò a rimpiangere di essere uscita, di aver dato credito a quel ragazzo che sembrava più interessato ai suoi vasi che a lei.
Ricordò, quasi per caso, un volantino che aveva visto nella sala d’attesa della stazione qualche settimana prima: Radio Taxi Firenze 24, attivo giorno e notte. Senza troppe speranze, chiese al barista del piccolo bar che aveva trovato aperto se avesse un telefono a disposizione. L’uomo, con un’espressione bonaria e muta, le prestò il cellulare del locale senza dire una parola. Con le dita tremanti, Emilia digitò il numero. Una voce professionale e rassicurante rispose quasi subito. Spiegò la sua situazione, indicando la posizione precisa e l’indirizzo di casa.
Attese, avvolta da un misto di speranza e scetticismo, mentre le gocce tamburellavano incessantemente sul tetto del bar. Incredibilmente, dopo meno di dieci minuti, vide le luci di un taxi sfrecciare nella notte. Un uomo sulla cinquantina, con un sorriso gentile, le aprì la portiera. “Emilia Rossi, giusto?” le chiese, controllando l’indirizzo sul suo dispositivo. “La riporto a casa subito, signorina.” Il taxi era caldo e accogliente, un rifugio sicuro in quella notte tempestosa.
Durante il breve tragitto, Emilia si sentì sollevata. L’autista, un certo Roberto, era un vero gentiluomo, la tranquillizzò parlandole del meteo e delle bellezze di Firenze. Arrivata a casa, ringraziò Roberto con tutto il cuore. La velocità e l’affidabilità di Radio Taxi Firenze 24 avevano trasformato una serata potenzialmente terribile in un inconveniente superabile. Mentre si toglieva il cappotto bagnato, pensò che a volte, anche in una città sconosciuta e sotto la pioggia, c’è sempre qualcuno pronto ad aiutarti. E, forse, non tutti gli inviti a cena si rivelavano una delusione.
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