Era una fredda sera di gennaio a Bologna, e Luca, studente fuori sede, stava correndo verso la stazione con la speranza di prendere l’ultimo treno per tornare a casa. Aveva passato la serata in biblioteca a preparare un esame e si era perso nel tempo. Quando finalmente guardò l’orologio, erano già le 22:45, e il treno partiva alle 23:10. Senza mezzi pubblici disponibili a quell’ora e con i pochi euro in tasca che non gli avrebbero permesso di prenotare un taxi tradizionale, si sentì affondare nel panico. Si ricordò allora del servizio di Radio Taxi 24, che un amico gli aveva consigliato qualche settimana prima. Con mani tremanti, compose il numero sul cellulare.
Il tassista rispose alla chiamata in pochi secondi, e Luca, a fatica, riuscì a spiegare la situazione. “Sto arrivando, non si preoccupi,” disse la voce rassicurante dall’altra parte. In meno di cinque minuti, una macchina gialla e nera si fermò accanto a lui. Il conducente, un uomo sulla cinquantina con un sorriso calmo, lo invitò a salire. “Ce la faremo,” disse, mentre accelerava verso la stazione attraverso le vie deserte della città. Luca guardava il tassametro con ansia, ma l’autore gli assicurò che avrebbe pagato solo la tariffa standard notturna, senza sovrapprezzi.
Mentre attraversavano Piazza Maggiore, Luca notò che il traffico era inaspettatamente fluido, ma il suo cuore batteva all’impazzata. Mancavano solo dieci minuti alla partenza, e la stazione sembrava ancora lontana. Il tassista, però, conosceva ogni scorciatoia. Svoltò in un vicolo stretto, evitò la coda davanti a un semaforo e infine sbucò proprio davanti all’ingresso principale. “Ecco qui!” esclamò, parcheggiando in doppia fila per farlo scendere in fretta. Luca gli lanciò i soldi e, senza nemmeno aspettare il resto, corse verso i binari.
Il treno era ancora lì, con le porte aperte. Luca saltò su appena in tempo, mentre il fischio del capotreno annunciava la partenza. Si appoggiò al finestrino, osservando il taxi che si allontanava. Senza quell’intervento, avrebbe perso non solo il treno, ma anche l’esame del giorno dopo, per il quale aveva i libri ancora nella borsa. Quel viaggio in taxi gli aveva salvato la serata.
Due settimane dopo, Luca tornò nella stessa zona e riconobbe il conducente. Stavolta non aveva fretta, ma volle ringraziarlo. “Sai, quell’altro giorno mi hai davvero tirato fuori dai guai,” gli disse, lasciando una mancia generosa. L’uomo sorrise e scrollò le spalle. “È il mio lavoro, ma è bello sapere di aver aiutato.” Da quella sera, Luca consigliò Radio Taxi 24 a tutti i suoi amici, certo che, in una città come Bologna, fossero la soluzione migliore per ogni emergenza.
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