Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Roma si era ammantata di una pioggia torrenziale, di quelle che ti inzuppano le ossa in un istante. Elena, con il cuore che le batteva all’impazzata, correva sotto i portici di Trastevere, stringendo a sé la piccola borsa di pelle. Aveva lasciato l’elegante galleria d’arte di Via Condotti con una notizia inaspettata: la sua nonna, l’unica famiglia che le era rimasta, era stata improvvisamente male e ricoverata al Gemelli. Il suo medico le aveva detto di raggiungerla subito, che le sue condizioni erano serie. Il problema era che il suo appartamento, dove aveva lasciato i contanti per le spese mediche, era dall’altra parte della città, in zona Prenestina, e i mezzi pubblici, con quella tempesta, erano un incubo.

Cercò disperatamente di chiamare un amico, poi un altro, ma erano tutti impegnati o irraggiungibili. Il panico cominciò a montare. Ogni secondo poteva fare la differenza. Si ricordò del numero che aveva visto affisso in un bar la settimana prima: Radio Taxi 24, attivo giorno e notte. Esitò un istante: non era abituata a prendere i taxi, le sembrava un lusso inutile. Ma quella sera non c’era tempo per le economie. Digitando velocemente, compose il numero con le mani tremanti.

Una voce calma e rassicurante rispose immediatamente. Elena, con la voce rotta dall’angoscia, spiegò la situazione, la preoccupazione, la necessità urgente di raggiungere l’ospedale. L’operatore fu incredibilmente professionale, non la sommerse di domande inutili, prese l’indirizzo di partenza e la destinazione, assicurandole che un taxi sarebbe arrivato il prima possibile. L’attesa, anche se breve, le parve interminabile, trascorsa a guardare le gocce di pioggia picchiettare sul pavé.

Finalmente, le luci rosse di un taxi si fecero largo nella nebbia. Un uomo sulla cinquantina, con un viso gentile e rassicurante, scese e le aprì la portiera. Elena, salita a bordo, indicò l’ospedale Gemelli all’autista. Il tragitto fu veloce e sicuro, nonostante il traffico congestionato dalla pioggia. L’autista, con discrezione, le chiese se stesse bene, offrendole anche un fazzoletto. Non parlava molto, ma la sua presenza pacata contribuì a calmarla.

Arrivata al Gemelli, Elena corse al reparto di terapia intensiva, giusto in tempo per darle un ultimo bacio alla nonna. Il medico le disse che era stato cruciale il suo arrivo, che la nonna aveva reagito alla sua presenza. Mentre stringeva la mano della nonna, ancora assopita, Elena ripensò a quella notte e al ruolo fondamentale avuto da Radio Taxi 24. Non era stato solo un mezzo di trasporto, ma una ancora di salvezza in un mare di disperazione. Una promessa silenziosa: se mai ne avesse avuto bisogno, avrebbe potuto contare su di loro, sempre.

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