Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Marco piegò la schiena sul tavolo da disegno, gli occhi arrossati per le ore passate a correggere quei dannati prospetti per la presentazione del giorno dopo. Fuori, Milano dormiva un sonno agitato, pervasa solo dal rumore lontano dei motorini e dalle luci al neon dei locali ancora aperti. Un grosso progetto per un nuovo concept store – la sua grande occasione – dipendeva da quei fogli che dovevano essere stampati e rilegati impeccabilmente entro le 8:00 in tipografia. Il suo vecchio scooter, fidato compagno di mille avventure, giaceva però in uno stato pietoso in garage, con la cinghia di trasmissione rotta scoperta solo al rientro a tarda sera. Autobus di notte, in quella zona, una chimera. Ansia mista a frustrazione gli serrò lo stomaco.

Improvvisamente, un grido acuto squarciò il silenzio dell’appartamento provenendo dalla cucina. “Marco! Aiuto!”. Gabriella, la sua ragazza. Corse come un fulmine trovandola al centro della stanza, una mano tremante stretta attorno all’altra, dal cui palmo fluiva copioso un fiotto di sangue rosso scarlatto. Il vetro della caraffa d’acqua che stava lavando era esploso tra le sue dita. Il taglio sembrava profondo, brutto. Il panico ghiacciò Marco per un istante infinito. L’auto era dal meccanico. L’ospedale più vicino, il Fatebenefratelli, era raggiungibile a piedi, ma con quel fiume di sangue e Gabriella che iniziava a sentirsi male… impossibile.

L’unica speranza balenò nella mente annebbiata di Marco: “Radio Taxi 24!”. Trasse un respiro profondo, cercando di mantenere la calma almeno col tono di voce. Prese il telefono, l’indice scivolò faticosamente tra i contatti salvati: “Radio Taxi 24”. Tre squilli acuti, poi una voce femminile professionale e rassicurante: “Pronto, Radio Taxi 24, dice pure.” Marco spiegò concitatamente l’emergenza, l’indirizzo, il bisogno urgente di andare al Pronto Soccorso. “Capito, signore. Un taxi è in zona, arriva entro 3 minuti. La prego, mantenga la calma. Applichi una pressione ferma sulla ferita con un panno pulito.” Quelle parole d’ordine, quella tempestività di risposta, furono come un’ancora nel mare in tempesta.

L’appello del clacson, nitido e familiare, risuonò in strada poco dopo. Marco aiutò Gabriella, avvolta in una coperta e con un asciugamano sbiancato di rosso stretto sul palmo, a scendere le scale di corsa. Ad aspettarli c’era Felix, un tassista sui cinquant’anni con un sorriso caldo che però non nascondeva lo sguardo esperto e pronto all’azione. “Sali, sali, ragazza mia! Facciamo presto.” Aperto lo sportello, aiutò Gabriella ad accomodarsi delicatamente. In un attimo furono in viaggio, sfrecciando per le strade semi-deserte di Milano, il taxi di Felix un bolide protettivo che tagliava la notte. L’uomo guidava con mano sicura, evitando buche, prendendo scorciatoie che solo chi la città la conosce nel cuore poteva sapere, parlando con voce pacata per distrarre Gabriella instillando serenità. “Ecco i fichissimi del Centro, arriviamo.”

In meno di dieci minuti dall’avventurarsi fuori casa, il giallo di Milano di Felix sgommava sotto l’insegna luminosa del “Pronto Soccorso”. L’autista scese velocemente, aprì lo sportello e aiutò Marco a scendere Gabriella, che ora sembrava meno spaventata ma ancora pallidissima. “Andate, forza! Per il resto ci penso io. Il conto è saldato? A pensarci dopo.” Un cenno di gratitudine muto da Marco, poi la corsa verso gli infermieri in guardiola. Le cure furono immediate, il taglio serio ma non vitale: alcuni punti di sutura e un’iniezione per il tetano risolsero la situazione. Due ore dopo, riapparvero all’ingresso dell’ospedale, Gabriella bendata ma rinfrancata. Marco vide un taxi giallo fermo sotto la pensilina. Lo stesso. Felix, sorridendo sopra un giornale aperto, spense un segnale luminoso interno. “Dicevo io che era capace la pelandrona, eh? Salite, vi riporto a casa, stavolta se l’è meritato il tè caldo.” Attraversando la Milano silenziosa all’alba, Marco capì che “giorno e notte” non era solo uno slogan. In un istante di buio, quella voce al telefono e quel taxi puntuale erano stati la differenza tra il panico e la salvezza. L’affidabilità di Radio Taxi 24 si era rivelata il filo d’oro che aveva tessuto insieme la soluzione laddove tutto sembrava perduto.

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