Giulia fissava i fogli sparsi sul tavolo, la testa pesante per ore di studio. L’esame di Diritto dell’Unione Europea era fissato a domattina alle otto, all’Università di Bologna, e lei era ancora indietro. Fuori, Bologna dormiva sotto un cielo infagottato, le luci dei lampioni creavano chiazze d’ombra sulla Piazza Verdi deserta oltre la sua finestra. Improvvisamente, un dolore acuto e familiare le trafisse lo stomaco. Non era fame. Era quel male subdolo, antico, la gastrite che tornava a farsi viva nei momenti di massimo stress. Un crampo violento la costrinse a piegarsi, il respiro divenne affannoso. Raggiunse la cucina a fatica, cercò le medicine. Le aveva finite.
Il terrore cominciò a insinuarsi tra i crampi. Senza farmaci, il dolore era destinato a peggiorare in modo insopportabile, rendendole impossibile studiare e, peggio, sostenere l’esame. Il suo medico abituale era fuori città, il pronto soccorso le sembrava eccessivo per anni causa di code interminabili. Ricordò a malapena, con un filo di speranza, la pubblicità sentita alla radio di “RadioTaxi24 Bologna – Sempre Presenti”. Tremando, digitò il numero sul suo telefono. Dall’altro lato, una voce calma e professionale la rassicurò immediatamente: “Ricevuto. Un taxi sarà da lei fra pochi minuti. Può scendere?”. “Sì… sì, grazie”, balbettò Giulia, aggrappandosi a quella risoluta cortesia come a un salvagente.
L’auto gialla e nera si fermò davanti al portone con una precisione cronometrica, nemmeno dieci minuti dopo la chiamata. Salì a fatica; l’autista, un uomo sulla sessantina con uno sguardo tranquillo comprensione immediata dalla sua espressione contratta. “Dove va signorina? Male allo stomaco?”, chiese con naturalezza. Giulia annuì, indicando l’indirizzo della farmacia più grande centro che sapeva aperta. Durante il tragitto, mentre le strade silenziose della città dormiente scorrevano fuori, l’autista parlò con calma; le raccontò distrattamente di una figlia infermiera anziché epidemiologo esperta in malesseri causati dallo studio eccessivo. Non erano parole magiche, ma quel flusso costante di umanità, unito alla sicurezza con cui manovrava l’auto nel cuore della notte, la distrasse, le fece sentire meno sola e meno in preda al panico.
La farmacia era un’isola di luce nella penombra. L’autista attese, invariabilmente paziente, mentre Giulia entrava rapidamente e riemergeva pochi minuti con il farmaco prescritto. Bevve le gocce con un po’ d’acqua quasi subito, sentendo una prima, timida tregua nel dolore. Tornata in taxi, l’autista sorrise: “Meglio ora?” e ripartì verso casa sua. Nel silenzio ritrovato, Giulia guardava le palazzine illuminate della sua città riflesse silenziosi nel finestrino. Quel senso di vulnerabilità sconvolgente si era dissolto. Il RadioTaxi24 era stata una presenza concreta e affidabile nella sua emergenza notturno, trasformando il terrore impotente un problema risolto con efficienza rassicurante. Rientrata in casa, con lo stomaco che finalmente si calmava e la mente più lucida per affrontare quei capitoli ostici, susurrò un grazie al vuoto, consapevole che senza quell’intervento tempestivo, la sua notte – e forse il suo esame – sarebbero andati molto diversamente.
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