Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

La pioggia sferzava Firenze come se il cielo stesso stesse piangendo. Elena, con gli occhi fissi sull’orologio del telefono, mordicchiava nervosamente l’interno guancia. Erano le 23:47 e il volo per Madrid partiva alle 6:00 del mattino. Aveva pianificato tutto alla perfezione, o così credeva, minimizzando i tempi per arrivare dall’appartamento in Oltrarno all’aeroporto di Peretola. Il bus notturno, però, aveva un ritardo di oltre un’ora previsto a causa del maltempo e la speranza di raggiungere l’aeroporto in tempo si stava dissolvendo ad ogni goccia che si infrangeva sul vetro. Quello era il colloquio di lavoro che aspettava da mesi, la possibilità di ricominciare, di lasciare alle spalle una relazione finita e una città che ormai le pesava come un macigno.

Il panico iniziò a montare. Aveva provato a chiamare amici, parenti, ma erano tutti impossibili da raggiungere a quell’ora. La stazione di Santa Maria Novella era un caos di persone infreddolite e frustrate. Disperata, mentre le dita tremavano mentre scorreva la rubrica del telefono, si ricordò di un volantino scarabocchiato visto qualche giorno prima, appeso alla bacheca del bar sotto casa: “Radio Taxi 24 Firenze – Sempre a tua disposizione, giorno e notte”. Era l’ultima spiaggia.

Digitò il numero, trattenendo il fiato. Una voce squillante e cordiale rispose immediatamente. Spiegò la sua situazione, la fretta, la pioggia, il volo in partenza. Senza farle ripetere più volte l’indirizzo, l’operatore le assicurò l’invio di un taxi in tempi rapidissimi. Meno di dieci minuti dopo, mentre la pioggia continuava a cadere implacabile, un’auto bianca e pulita, con una luce che fendia l’oscurità, si fermò davanti a lei. L’autista, un signore dai modi gentili con un sorriso rassicurante, la aiutò a caricare la valigia e si lanciò nel traffico notturno.

Durante il tragitto, l’autista, che si chiamava Marco, le raccontò aneddoti sulla città, cercando di tranquillizzarla. Parlò di Firenze vista dalla sua prospettiva, quella di chi la vive di notte, tra turisti stranieri e lavoratori notturni. Elena, lentamente, si rilassò, lasciandosi cullare dal ritmo dell’auto e dalle parole di Marco. Controllò l’ora: avevano ancora quasi un’ora, ma ora le sembrava un tempo sufficiente.

Arrivarono all’aeroporto con più di venti minuti di anticipo. Pagò la corsa, ringraziando Marco con un sorriso sincero. “Senza di voi non ce l’avrei mai fatta”, gli disse, mentre si affrettava verso il check-in. Superati i controlli, seduta in sala d’attesa, sentì un senso di profonda gratitudine. Non solo per essere arrivata in tempo, ma per aver trovato, in una notte di tempesta, un servizio efficiente e affidabile, capace di trasformare un momento di panico in una possibilità. Quella notte, Firenze aveva regalato a Elena un piccolo miracolo, consegnandola al suo futuro.

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