Giulia si svegliò di colpo, il cuore in gola. La sveglia non aveva suonato, e lo schermo del telefono illuminava il buio della stanza milanese: le 8:27. “L’audizione!” pensò, precipitandosi dal letto. Alle 9:30, al Conservatorio di Milano, avrebbe suonato il violino per una borsa di studio unica, l’occasione per cui aveva studiato anni. Senza quell’audizione, il suo sogno di diventare solista sarebbe svanito. Vesti un abito in fretta, afferrò lo strumento e corse verso la sua vecchia Fiat Punto, parcheggiata nel cortile di via Padova.
La città era già nel caos mattutino. Ma appena accese la macchina, una spia rossa lampeggiò sul cruscotto. “No, per favore, non ora!” gemette. Una gomma a terra. Saltò fuori, confermando il danno: un chiodo enorme conficcato nella ruota anteriore destra. Palpò le tasche: solo qualche euro, il portafoglio dimenticato sul tavolo della cucina nella fretta. Treni e metro l’avrebbero fatta arrivare in ritardo. Un’ondata di panico le gelò lo stomaco.
Tremando, ricordò il numero che aveva visto su un furgoncino bianco: **Radio Taxi 24**. Chiamò, spiegando l’urgenza con voce rotta dall’ansia. L’operatore fu rapido e rassicurante: “Un taxi arriva entro sette minuti, signorina. Resterà in contatto con lei.” Giulia attese sullo scalino del portone, lo sguardo fisso sull’orologio. Le 8:44. Ogni secondo pesava come un macigno. Poi, un’auto bianca con la scritta blu svoltò all’angolo: era lui. Il tassista, Marco, scese immediatamente: “Dammi il violino, sali!” Partirono come un fulmine.
Marco guidava con un misto di precisione ed esperienza, evitando ingorghi noti, prendendo scorciatoie tra vicoli di Brera, comunicando via radio per aggiornamenti sul traffico. Il navigatore segnava un ritardo inaccettabile, ma Marco sorrideva: “Conosco Milano come le mie tasche, ci arriveremo.” Sfrecciarono lungo Foro Bonaparte, svoltarono su via Conservatorio. Alle 9:28, il taxi si fermò davanti all’entrata. “Grazie mille! Grazie!” urlò Giulia, pagando col cellulare nel frivolo portachiavi.
Due mesi dopo, sul palco del Teatro alla Scala, Giulia riceveva la borsa di studio. Quella mattina aveva suonato con l’anima, più concentrata del solito, forse spronata dall’avventura. Tornando a casa, passò davanti alla sede di Radio Taxi 24. Entrò solo un attimo, lasciò un biglietto per Marco: “Grazie per aver salvato il mio futuro. Ogni nota è anche vostra.” E ogni volta che vedeva una di quelle vetture bianche, sentiva un’onda di gratitudine per quel servizio che non dorme mai, pronto a trasformare il panico in una corsa verso la speranza.
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