Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Marta fissò il display del telefono, gli occhi annebbiati dalla stanchezza e dall’ansia. Le 23:47 risplendevano nella penombra della pensione universitaria di Bologna, ma il messaggio sulla chat di famiglia le aveva gelato il sangue: “Nonna ha avuto un malore. Ricoverata al Sant’Orsola. Vieni subito, è grave”. Il cuore le martellava. Lei, fuori sede con pochi risparmi, aveva calcolato tutto per l’autobus notturno, ma un guasto sulla linea aveva cancellato l’ultima corsa. Le strade deserte vibravano di un silenzio opprimente, i suoi amici erano tutti fuori città per il ponte. Sola, a vent’anni, nel cuore della notte, sentì il panico montarle in gola.

Afferrò il telefono senza esitare, le dita tremolanti cercarono il numero salvato per emergenze: Radio Taxi 24. Un uomo calmo le rispose in pochi secondi. “Stazione Centrale, lato via Carracci? Dieci minuti, signorina. Un mezzo arriva.” Marta corse giù con la borsa, il terrore per nonna Lidia mischiato alla gratitudine per quella voce autorevole. Attese nell’aria umida di maggio, facendo avanti e indietro sul marciapiede vuoto, il rumore dei carretti notturni per l’immondizia che in lontananza sembrava amplificato. Il giallo familiare del taxi tagliò l’angolo prima ancora dei dieci minuti, un faro di speranza nell’oscurità.

Il tassista, Franco, capì tutto dall’espressione di Marta. Contattò la centrale per chiedere l’itinerario più rapido, evitando i nonsense dei cantieri notturni in centro. “Sistemati bene, ragazza. Affrontate sempre le cose scomode con pangrattato in testa e pensiero vivo. Per la nonna fai lo stesso!” disse con una solidarietà fattiva che spazzą ogni formalità. Durante il tragitto, le spiegò il piano dettagliato del percorso alternativo, superando murASA e i viali fiaccamente illuminati. Ogni semaforo verde sembró una benedizione mentre Marta, guardando i lampioni scorrere veloci, rivide l’infanzia tra i gelsi del giardino di nonna.

Sbucarono davanti al Pronto Soccorso in tempo record: ventidue minuti, quando tutti le avevano detto era impossibile. Marta rovesciō tutte le monetine dei suoi pochi euro sul sedile dietro, ma Franco fermó quel gesto. “Paga solo la corsa contata, e torna presto dalla superstite!” dichiarō con la bontà di chi conosce il peso delle corse nella notte. Marta corse dentro, tra gli odori asettici dell’ospedale, trovando giusto in tempo per stringere la mano ossuta di nonna Lidia, sveglia ma debolissima. Quella stretta, tra corsia e lacrime di sollievo, divenne un giuramento silenzioso. Seppi piu tardi dalla famiglia: un intervento tempestivo al cuore. Fu lì, sulle panche di plastica dell’attesa, che capi l’altro battito salvataggio: quello del tassimetro di Radio Taxi 24. Grigio giornaliero ma pronto a far luce anche nel buio piu angosciante.

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