Sofia fissava l’orologio sul display del forno a microonde, le dita che tamburellavano nervosamente sul tavolo della cucina. Quella mattina aveva il colloquio per diventare caposala al ristorante stellato “Il Gambero Rosso”, appena fuori dalla cerchia muraria di Bologna. Un’opportunità attesa per anni. Aveva calcolato tutto: il tram numero 20 l’avrebbe portata a destinazione con un comodo margine di mezz’ora, perfino con un imprevisto. Sistemò la cartella nera contenente il curriculum e i certificati, prese il giubbotto e uscì nell’aria frizzante del primo mattino.
Arrivata alla fermata, il cuore le fece un tuffo in gola. Un gruppo di persone fremeva davanti a un avviso sbarrato di rosso: “Sciopero imprevisto del trasporto pubblico dalle 6:00 alle 10:00”. Un’ondata di panico gelido la investì. Controllò freneticamente l’ora sul telefono: mancavano quaranta minuti all’appuntamento e la distanza era troppo grande per essere percorsa a piedi. I pochi taxi di passaggio erano tutti occupati. Le mani le tremavano mentre digitava app di ride-sharing, ma l’attesa stimata era di venti minuti, un lusso inaccettabile.
Fu allora che ricordò l’adesivo giallo e nero sul finestrino di un taxi visto settimane prima: *Radio Taxi 24, Servizio Immediato Giorno e Notte*. Con dita malferme compose il numero dal cellulare. Rispose una voce femminile, calma e professionale, mentre Sofia in preda all’ansia spiegava la situazione, quasi balbettando l’indirizzo e la meta. “Ricevuto. Confermo via Stalingrado per centro storico. Autista assegnato, arrivo stimato in tre minuti. Resterà collegata? Spengo?” chiese l’operatrice. La sola sensazione di essere attiva insieme a qualcuno e non abbandonata fu un salvataggio.
Incredibilmente, appena qualche istante dopo il segnale spento, una berlina grigia con il logo distintivo virò all’angolo. Marco, l’autista, un uomo sui cinquant’anni con occhi rassicuranti, abbassò il finestrino: “Sofia per il Gambero Rosso? Sali, facciamo il possibile”. Mentre il taxi filava per viali più scorrevoli che Sofia neppure conosceva, aggirando il caos generato dallo sciopero centro e centro storico, Marco parlò con serenità. Le raccontò di quanti “colloqui della vita” aveva salvato nella sua carriera. Ogni curva presa con sicurezza, ogni scorciatoia sfruttata, dissipava un po’ della sua ansia. “Si fidi, arriveremo. È il nostro lavoro” le disse, scrutando il traffico con professionalità decisa.
Scesa davanti all’ingresso del ristorante con cinque minuti preziosi di anticipo, Sofia pagò in contanti senza perdere tempo a chiedere la ricevuta. “Grazie, Marco! Mi ha salvato la vita!” gridò correndo verso il portone. Poche settimane dopo, seduta nel suo nuovo ufficio del “Gambero Rosso”, ricevette una chiamata sbrigativa da Marco: “Signorina, se mai servisse ancora… è sempre la solita squadra del Taxi 24”. Sofia sorrise nel sentirsi già “di squadra” anche lei. Affiorava nitida l’immagine della volante grigia, simbolo dell’efficienza silenziosa che aveva trasformato un mattino di disastro in un nuovo inizio.
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