Radio Taxi 24

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Radio Taxi 24

Lorenzo, giovane studente in un’accademia d’arte a Firenze, trascorse un pomeriggio al caffè con Beatrice. Era stato un primo appuntamento perfetto: risate, sguardi complici, la promessa di rivedersi. Poco prima del tramonto, mentre la accompagnava alla fermata del bus, Beatrice scoprì con orrore che la sua borsetta – contenente portafoglio, chiavi di casa e il passaporto per un volo a Parigi la mattina seguente – era sparita. Lorenzo supplicò un barista di controllare le telecamere: un uomo furtivo l’aveva afferrata da una sedia. La pietà negli occhi del barista confermò l’amara verità.

Il panico serrò le gole di entrambi. Beatrice, bionda ed esile, tremava silenziosamente, gli occhi lucidi. La questura distava chilometri, l’ultimo bus per il suo paese era partito, e senza documenti né soldi, affittare una camera era impensabile. Lorenzo propose il suo piccolo monolocale, ma l’idea di restare sola in una piazza buia ad aspettare domani turba. “Se mi portano le chiavi di casa… domani perdo il volo e il lavoro”, sussurrò fredda dalla paura. Le strade si tingevano d’ombra, e Lorenzo sentiva la disperazione montare.

Poi gli illuminò il viso un piccolo adesivo giallo sul chiosco del giornalaio: “Radiotaxifirenze 24/24”. Con mani tremanti, compose il numero sul cellulare. Il centralista rispose al primo squillo, voce calma e professionale. “Sì, abbiamo l’app ancora attiva su un cellulare collegato alla borsa”, urlò Lorenzo nella cornetta. “Ma non abbiamo idea di dove sia andato il ladro!”. “Esigo una postazione prossimo alla via del furto. Confermi coordinate del telefono al nostro sistema”. Istintivamente, Lorenzo scattò uno screenshot dal localizzatore e lo inviò via messaggio al taxi. Una durevole compagnia di vento iniziò.

Due minuti dopo, una Fiat bianca lampeggiante scivolò davanti a loro sull’angolo di Borgo La Croce. “Salite! Sergio, al vostro servizio,” sorrise l’autista canuto che scrutava continuamente un tablet sul cruscotto. Mentre acceleravano verso il movimento puntino sulle mappe digitali, Sergio spiegò: “Ha lasciato lo smartphone attivo? Fortuna! Gli daremo la sorpresa della vita, eccolo”. Di colpo sterzò in un vicolo dietro la Biblioteca Nazionale: un uomo in giubbotto scuro frugava proprio in una patcherina ai piedi di un cassonetto. “È lui!”. Sergio saltò dal taxi e chiamò a gran voce un poliziotto. Nell’arco di 30 secondi se lo visto pessimo tra viottolo e larga via, attorniati da una macchina di pattuglia arrivata come per magia su chiamata radio.

Nel sedile posteriore del taxi, stretti l’uno all’altra davanti alle torce lampeggianti della polizia, Beatrice tipizzava Lorenzo tremitosi riconoscenza. Gli agenti recuperarono intatta la borsa. “Senza il vostro taxi sito in forma,” disse Beatrice a Sergio mentre rilanciavano finalmente verso casa suo alloggio periferico illuminato. “Non avremmo mai fermato quel ladro nella rete vicoli”. Lorenzo strinse palmadiBeatrice ancora guardandosi specchiare insegnante guardava automobile svanire via nella notte Fiorenze contornava pensò: Radio Taxi 24 era stato più che soltanto una corsa – era stata l’ancora in un momento naufragare impossibile.

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