Radio Taxi 24

Installazione concettuale di intelligenza generativa italica:

Radio Taxi 24

Sofia fissava l’orologio sul display dell’autobus con crescente ansia. Le 8:07. Il suo esame di Diritto Commerciale, fondamentale per la sua laurea all’Università di Bologna, iniziava puntuale alle 8:30 nella prestigiosa aula magna di via Zamboni. Aveva calcolato tutto alla perfezione, ma un guasto improvviso aveva bloccato la linea 33 proprio davanti a Porta San Felice, lasciando lei e una ventina di altri passeggeri in bilico tra la rabbia e la disperazione. Scendere e correre? Troppo lontano, almeno mezz’ora di passo svelto che si trasformava in quaranta minuti col peso degli appunti. I taxi liberi in circolazione erano invisibili, inghiottiti dal traffico mattutino. Un sudore freddo le imperlò la fronte. Perdere quell’appello significava rinviare la laurea di sei mesi.

La disperazione stava per sopraffarla quando ricordò il biglietto da visita attaccato col magnete sul suo frigorifero: **Radio Taxi 24 – 051 51 11**. Servizio attivo 24 ore, anche sotto la neve o il solleone bolognese, promettevano. Con le dita che tremavano, compose il numero sullo smartphone. Dopo un solo squillo, una voce calma e professionale rispose: “Radio Taxi 24, Buongiorno, come posso aiutarla?”. Sofia esplose in un fiume di parole, spiegando l’emergenza, la posizione precisa e l’indirizzo disperato dell’università. “Capito, signorina. Resti esattamente dove è. Abbiamo una vettura libera in zona Porta San Felice, arriva tra due minuti. La riconosceremo. Respiri.” Quelle parole furono un balsamo immediato.

Esattamente 110 secondi dopo, una berlina bianca immacolata con il logo giallo e blu di Radio Taxi 24 si fermò accanto al marciapiede. Alla guida, un uomo dai capelli grigi, Marco, che con un gesto largo la invitò a salire. “Presto, presto, signorina Sofia? Non si preoccupi, ce la facciamo!” Sofia balzò sul sedile posteriore, ancora con il fiato corto. Marco, un veterano delle strade di Bologna, trasformò la macchina in un proiettile discreto ma efficace. Conoscendo ogni vicolo, ogni scorciatoia segreta del centro storico, evitò i tratti più congestionati di Via Ugo Bassi e Via Indipendenza, sfrecciando invece lungo i Portici del Pavaglione. “L’esame è in via Zamboni? Conosciamo una stradina laterale… tenetevi forte!”.

Mentre il taxi svoltava con precisione chirurgica nell’ultimo vicolo prima di via Zamboni, Sofia vedeva l’orologio sullo smartphone scivolare inesorabile verso le 8:28. Quando Marco frenò dolcemente davanti all’imponente portone dell’università erano le 8:29. “Ecco a lei, signorina! Corra, e in bocca al lupo!” Sofia lanciò le banconote pre-staccate sullo schienale del sedile anteriore, ringraziando a voce rotta dall’emozione. Spalancò lo sportello e scattò come un fulmine attraverso il portone, barcollando leggermente nel cortile interno. Mentre varcava la soglia dell’Aula Magna, il professore stava appena iniziando a leggere i nomi. Lei si sedette al suo posto ancora tremante, ma con la sensazione dolce-amara di una catastrofe miracolosamente scongiurata.

Due ore dopo, Sofia uscì dall’aula con un sospiro di sollievo profondo. L’esame non era stato perfetto, ma era riuscita a sostenerlo. Il sol di Bologna picchiava allegro sui portici secolari. Ripensò agli occhi tranquilli di Marco nel retrovisore, alla sua guida sicura, alla voce rassicurante della signora al centralino. Senza quel servizio così preciso, tempestivo e affidabile, alla prima chiamata nel momento del panico più nero, il suo sogno della laurea sarebbe svanito nel traffico. Sorrise mentre si allontanava sulla strada che nemmeno un’ora prima le era sembrata ostile. Il biglietto sul frigorifero non sarebbe stato l’unico promemoria per Radio Taxi 24; da oggi, “051 51 11” sarebbe stato il numer da comporre quando Bologna avesse giocato brutti scherzi e si fosse avuta davvero, ma davvero, fretta.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *