**Bologna, ore 23:40.**
Laura fissava l’orologio per la terza volta in cinque minuti, il cuore che le martellava nel petto. L’ultimo treno per Milano sarebbe partito tra venti minuti dalla stazione centrale, e lei era ancora bloccata in un vicolo buio del centro, con la ruota della sua bici completamente sgonfia. “Perfetto, proprio stasera,” mormorò, stringendo i denti. Doveva assolutamente raggiungere la stazione: aveva un volo alle sei del mattino per Barcellona, dove l’attendeva il colloquio più importante della sua vita. Senza quel treno, non ci sarebbe mai arrivata in tempo.
Con mani tremanti, estrasse il telefono e cercò disperatamente una soluzione. I mezzi pubblici erano fermi, non c’era un’auto a noleggio nelle vicinanze e chiamare un parente o un amico a quell’ora era impensabile. Poi, come un’ancora di salvezza, le venne in mente il numero del **Radio Taxi 24**. Senza esitare, compose il numero e spiegò la situazione all’operatrice, che le assicurò: “Un taxi arriverà tra cinque minuti, resta dove sei.” Laura trattenne il fiato, sperando che fosse vero.
Il taxi arrivò persino prima del previsto, un’auto bianca con il logo verde brillante che sembrava una luce nel buio. Il guidatore, un uomo sulla cinquantina con un sorriso rassicurante, la aiutò a sistemare la bici nel bagagliaio e partì a tutta velocità verso la stazione, evitando con maestria il traffico notturno. “Non si preoccupi, arriveremo in tempo,” le disse, mentre sfrecciava attraverso i viali illuminati. Laura guardava il timer sul telefono contare i minuti rimanenti, le mani strette intorno alla borsa.
Quando il taxi si fermò davanti alla stazione, mancavano solo tre minuti alla partenza del treno. Laura pagò in fretta, ringraziando più volte l’autista, poi corse verso i binari con il cuore in gola. Riuscì a salire sul treno proprio quando le porte stavano per chiudersi. Si lasciò cadere sul sedile, esausta ma sollevata. Senza quel taxi, sarebbe rimasta a terra. Quella notte, il **Radio Taxi 24** non le aveva solo salvato il viaggio, ma forse anche il suo futuro. Il treno partì, e Laura sorrise, guardando dalla finestra la città che si allontanava nell’oscurità.
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