Era una fredda notte di gennaio a Milano, e Lucia stava correndo lungo i marciapiedi ghiacciati del centro, il cuore in gola. Aveva appena ricevuto una chiamata dall’ospedale: suo padre, che viveva da solo in periferia, era caduto e si era fatto male. Le avevano detto che non era grave, ma dovevano operarlo al più presto. Lei era senza macchina, e i mezzi pubblici a quell’ora non passavano più. Con le mani tremanti, aprì l’app di Radio Taxi 24 e prenotò una corsa. In pochi secondi, una voce rassicurante le disse che un taxi sarebbe arrivato entro cinque minuti. Lucia continuò a camminare avanti e indietro, controllando l’orologio ogni dieci secondi.
Il taxi arrivò puntuale, una berlina grigia con il logo luminoso sul tetto. L’autista, un uomo sulla cinquantina con un sorriso gentile, la fece salire e, senza perdere tempo, partì verso l’indirizzo che lei gli aveva dato. “Non si preoccupi, signorina, arriveremo in tempo,” le disse, accelerando appena possibile senza infrangere il codice della strada. Lucia guardava fuori dal finestrino, le dita che tormentavano il bordo della giacca. La città scorreva veloce, luci sfocate nel buio. Ogni semaforo sembrava un’eternità.
A un certo punto, però, il traffico si bloccò: un incidente aveva creato un ingorgo. Lucia sentì il panico salirle alla gola. “Non posso perdere tempo,” mormorò. L’autista, senza esitare, cambiò percorso, imboccando strade secondarie che solo un vero conoscitore di Milano poteva sapere. “Fidati, conosco ogni scorciatoia,” le disse, e Lucia annuì, cercando di calmare il respiro. Il taxi sfrecciava tra vicoli stretti e piazze deserte, evitando il caos del centro.
Dopo venti minuti che a Lucia erano sembrato un’ora, arrivarono davanti all’ospedale. Prima ancora che il taxi si fermasse del tutto, lei aveva già aperto la portiera. “Grazie, mille grazie!” gli disse, lasciando i soldi sul sedile. L’uomo le sorrise: “Corra, vada da suo padre. E speriamo che tutto vada bene.” Lucia gli fece un cenno con la mano e si diresse di corsa verso l’ingresso.
Mezz’ora dopo, mentre il medico le assicurava che l’operazione era andata bene, Lucia tirò un sospiro di sollievo. Suo padre era pallido ma sorridente, e le strinse la mano debolmente. “Sei arrivata proprio in tempo,” le sussurrò. Lei gli sorrise e, per la prima volta da quella notte, si sentì finalmente tranquilla. Senza quel taxi, chissà come sarebbe andata. Radio Taxi 24 aveva davvero salvato la situazione.
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